Rocchi e gli arbitri non sanno cos’è il razzismo. Per loro Vlahovic è stato solo un provocatore e Doveri ha fatto bene
Quindi, secondo Rocchi, Lukaku è stato vittima di razzismo e non andava ammonito, mentre Vlahovic ha meritato il giallo perché ha reagito a degli insulti generici. Urlargli “sei uno zingaro” è come dirgli “sei un cretino” o altre amenità, alle quali il calciatore non deve reagire, altrimenti “diventa provocatore”. E, a conclusione del suo illuminato intervento, ha espresso una massima paternalista: “I calciatori ci diano una mano”.
A me sembra che, in effetti, Rocchi e gli arbitri abbiano molto bisogno di aiuto. A parte che è stato lo stesso presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, a sostenere che non ci sono distinzioni tra i due casi, viene da chiedersi cosa significhi insultare un giocatore dandogli dello zingaro. Anche un bambino delle elementari saprebbe indicare la matrice razzista, ma Rocchi e i suoi accoliti pensano che si tratti di un’offesa come un’altra, alla quale non prestare alcuna attenzione. Peggio: se reagisci sei un ingrato nei confronti dell’arbitro che ti ha convinto a desistere dall’andare sotto la curva con le mani alle orecchie. Temo che il calcio italiano, dagli arbitri in sù, sia popolato da molti piccoli Rocchi. Ragione per cui, nonostante le buone intenzioni, il razzismo non sarà mai estirpato.
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