Rocchi and roll: 'In Europa e all'Inter un altro anno'
"Gioco ancora e restare qui è la mia prima idea, oggi ancor più che a gennaio".
Rocchi and roll: "In Europa e all'Inter un altro anno, ci credo".
Un modo ci sarebbe, per scatenare Tommaso Rocchi domani sera al San Paolo. Bisognerebbe tenerlo in panchina, come fece Delio Rossi quattro anni fa...
«Glielo dite voi a Stramaccioni?...».
Si farebbe una risata, tanto peggio di così a livello di infortuni non può andare: ne aveva mai visti tanti, nella sua carriera?
«No, in 17 anni no. Ma al di là del dato numerico, la cosa clamorosa è che quasi ogni giorno metti a posto una cosa e se ne ingarbuglia un'altra. Così ogni domenica è una salita».
Sfortuna, ok: ma una colpa della squadra?
«Una su tutte, non essere riusciti ad esprimersi al massimo e sempre nello stesso modo: che non vuol dire non dare il massimo, ma non va bene comunque».Aveva immaginato ben altro, arrivando all'Inter...
«Una stagione diversa per l'Inter, più che per me: pensavo di lottare per la Champions League e magari di giocarla l'anno prossimo».
A livello personale pensava che sarebbe stata così dura?
«La questione era semplice: avevo voglia di dare subito il 100%, ma il mio 100% in realtà era il 50%, per un problema di condizione dovuto ad una lunga assenza».
E tutte quelle critiche?
«Essere criticato non farà mai piacere, ma a quasi 36 anni e con 17 anni di calcio sulle spalle hai la maturità di andare oltre: mi interessava solo far diventare quel 50 un 100%».Mai detto: chi me lo ha fatto fare?
«Mai, anzi: non pensavo ad un mio errore, mi interessava solo dimostrare che l'Inter non ne aveva fatto uno scegliendo me».
La svolta?
«Forse il gol numero 100, perché anche a 35 anni capita di aver bisogno di segnarne uno. Non avevo dubbi che l'avrei fatto, prima o poi: mi serviva solo una situazione positiva. Questione di sicurezza, più che di autostima».
Prima giocava pochissimo, ora cinque di fila da titolare, e quattro da 90': bene così o è un rischio?
«Una volta alla settimana si può giocare sempre, anche a 35 anni: diciamo che giocando ogni tre giorni può diminuire un pò il rendimento. Vorrà dire che mi riposerò appena possibile: è soprattutto un augurio, significherebbe che Palacio e Cassano ci sono di nuovo».Su 52 partite stagionali, solo 10 volte l'Inter non ha segnato: dato in controtendenza, non trova?
«Questione di incastri: facevamo gol ma capitava di prenderne di più e una volta che non ne prendevamo, facevamo fatica a farne».
Una cosa da salvare di questa stagione?
«Beh, della prima parte tante. Adesso, il fatto che non sia ancora finita. E che con così tanti problemi sia ancora possibile prendersi un posto per la prossima Europa League».E Inter-Lazio rischia di essere una partita-chiave: una beffa, per lei?
«Partite chiave lo sono tutte quattro, quella contro la squadra di Petkovic è uno scontro diretto. E per me sarà una partita ancor più particolare di quanto immaginassi».
Curriculum di Rocchi contro il Napoli: tre vittorie, due pareggi e tre gol segnati: ispirazione particolare?
«Passiamo alla prossima domanda?».
Bene: 8 marzo 2009, Napoli-Lazio 0-2, doppietta di Rocchi. Era particolarmente ispirato?
«Arrabbiato, più che altro: pensavo di giocare, invece panchina. Entrai, segnai in contropiede e poi con stop di destro e tiro di sinistro. Quella sconfitta costò il posto a Reja, che poi diventò il mio allenatore e me la menò per un sacco di tempo».Lo sa che per una serie di coincidenze l'Inter potrebbe dover tifare Roma (finalista di coppa Italia), per entrare in Europa?
«Se una vittoria della Roma dovesse far bene all'Inter ben venga, ne sarei felice. Ma non chiedetemi di tifare Roma: mi diventa difficile...».
Lei che l'Europa League la conosce bene: rottura di scatole o no?
«Ti stanca, sicuro. Ma giocare è sempre bello, e anche importante per il club, a livello di immagine. L'esperienza di quest'anno può servire: ci vuole una rosa che consenta un vero turnover, mirato».E l'anno prossimo cosa fa Rocchi?
«Gioco almeno un altro anno, altrimenti per soli sei mesi sarei rimasto alla Lazio. Non ho cambiato idea, anzi, e restare all'Inter, potendo, è da sempre la mia prima idea. Adesso ancora più che a gennaio».