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Rivoluzionario o perdente di successo? Wenger, croce e delizia dell'Arsenal
Nella sfida di giovedì con il Crystal Palace, Arsene Wenger ha raggiunto a quota 810 panchine nel massimo campionato inglese Alex Ferguson. Un traguardo importante per il tecnico francese, che da 21 anni è alla guida dei Gunners, segnando un'epoca nella storia del club del nord di Londra. Nonostante sia da oltre due decenni al timone dell'Arsenal, l'amore da parte dei tifosi nei suoi confronti sembra essersi definitivamente sfumato, in particolare negli ultimi mesi: da qualche tempo, sono infatti apparsi all'Emirates striscioni che invocano l'esonero dell'ex tecnico del Monaco, con club e Wenger che stanno pensando di dividere le loro strade a fine stagione.
RIVOLUZIONARIO - Al suo arrivo sulla panchina dell'Arsenal nella sfida vinta per 2-0 sul Blackburn il 12 ottobre 1996, Wenger si è dimostrato un abile stratega. Il francese ha infatti rivoluzionato le abitudini di suoi calciatori fuori dal campo, soprattutto in ambito alimentare, e ha portato un'idea innovativa di scouting, raccogliendo i frutti nel giro di due anni. Nel 1998 arriva il double, con i Gunners che conquistano Premier League e FA Cup. È il preludio al ciclo degli "Invincibili", la formazione che nel 2004 riesce a conquistare il titolo senza nemmeno una sconfitta nell'intero campionato. Tuttavia, prima il Galatasaray nella finale di Coppa Uefa del 2000 e poi il Barcellona di Ronaldinho nel 2006 a Parigi negano la consacrazione definitiva in ambito internazionale.
IL FATTORE MOURINHO - L'arrivo del giovane Mourinho sulla panchina del Chelsea e l'addio di molti campioni, svezzati da Wenger e diventati grandi con altre maglie, frenano l'ascesa del tecnico francese, che non riesce ad adottare le giuste contromisure, con l'Arsenal che abdica lo scettro di squadra da battere. Negli ultimi 13 anni, il club londinese è riuscito a portare a casa solamente in l'FA Cup in tre occasioni e la Community Shield in altrettanti casi, mancando sempre l'appuntamento con il titolo di Premier League. Nonostante risultati al di sotto delle aspettative, la panchina di Wenger non è sembrata mai realmente in pericolo, con la società che ha sempre difeso il tecnico dagli attacchi dei tifosi per i mancati successi. Di chi è davvero la colpa? Probabilmente è la società a dividere con Wenger le responsabilità dei fallimenti nell'ultimo decennio, con i tifosi che però ora chiedono un rinnovamento. Forse è proprio questo il vero punto debole del tecnico francese: dopo l'ottimo inizio, l'ex Nagoya Grampus non ha saputo stare al passo con i tempi e trovare nuove strade per continuare a vincere e respingere gli attacchi degli avversari.
I RIVALI - Lo stesso numero di panchine in Premier League, ma un palmares completamente diverso. Nel confronto tra Wenger e Alex Ferguson, salta all'occhio il numero di titoli conquistati alla guida rispettivamente di Arsenal e Manchester United. 3 per il francese, ben 13 per lo scozzese. Una distanza abissale tra i due manager, che nonostante abbiano collezionato lo stesso numero di partite in Premier hanno raccolto risultati completamente diversi. Oltre all'ex tecnico dei Red Devils, il rivale storico di Wenger, sia dentro che fuori dal campo, ha un nome e un cognome: José Mourinho. "Quando Wenger critica Chelsea e Manchester United per l’accordo su Mata… Beh, io un giorno troverò Wenger fuori da un campo di calcio e gli spaccherò la faccia" avrebbe detto lo Special One a un giornalista inglese nel 2004. I due sono addirittura arrivati quasi alle mani il 5 ottobre 2014, nella sfida vinta per 2-0 dai Blues di José, che al termine del match ha dichiarato: "Wenger chiedeva un’espulsione e stava facendo pressioni sull’arbitro nella mia area tecnica. Così gli ho detto di tornarsene nella sua. Mi ha spingo, io ho spinto lui e gli ho detto… ‘Fai così perché sai che qui non posso reagire, ma un giorno ti incontrerò per strada, prima o poi…"
TALENTI - Dalle parti di Highbury, la vera rivoluzione di Wenger ha interessato principalmente lo scouting. Sono tanti i calciatori scovati in ogni angolo del mondo dall'allenatore di Strasburgo ed esplosi con la maglia dei Gunners, prima di essere venduti a peso d'oro: da Viera a Nasri, passando per Fabregas, Tourè, Sagna e tanti altri. Tra questi spicca Thierry Henry, che si consacra all'ombra del Big Ben sotto la guida del transalpino. Oltre a saper individuare i migliori talenti, Wenger si è dimostrato molto abile nella gestione delle risorse del club, soprattutto in un periodo 'difficile' a causa della costruzione del nuovo Emirates Stadium da parte dei Gunners, in cui è riuscito ad ammortizzare i costi senza ridimensionare le ambizioni del club.
ADDIO - Da qualche settimana si parla dei possibili successori di Wenger sulla panchina dell'Arsenal. Simeone e Allegri, ma non solo. Sono questi i principali indiziati per aprire il nuovo ciclo a partire dalla prossima estate, quando scadrà il vincolo contrattuale tra il club e Wenger. È dunque sempre più vicina la fine della lunga avventura del tecnico francese sulla panchina del club londinese. Eccellente talent scout e ottimo manager dal punto di vista economico, Wenger non è riuscito a farsi amare dai tifosi dei Gunners, affamati di successi. San Silvestro da record per il francese, che festeggerà il maggior numero di panchine in Premier nella sfida contro il West Bromwich. Un primato che però sa già d'addio.
@AleDeFelice24IL FATTORE MOURINHO - L'arrivo del giovane Mourinho sulla panchina del Chelsea e l'addio di molti campioni, svezzati da Wenger e diventati grandi con altre maglie, frenano l'ascesa del tecnico francese, che non riesce ad adottare le giuste contromisure, con l'Arsenal che abdica lo scettro di squadra da battere. Negli ultimi 13 anni, il club londinese è riuscito a portare a casa solamente in l'FA Cup in tre occasioni e la Community Shield in altrettanti casi, mancando sempre l'appuntamento con il titolo di Premier League. Nonostante risultati al di sotto delle aspettative, la panchina di Wenger non è sembrata mai realmente in pericolo, con la società che ha sempre difeso il tecnico dagli attacchi dei tifosi per i mancati successi. Di chi è davvero la colpa? Probabilmente è la società a dividere con Wenger le responsabilità dei fallimenti nell'ultimo decennio, con i tifosi che però ora chiedono un rinnovamento. Forse è proprio questo il vero punto debole del tecnico francese: dopo l'ottimo inizio, l'ex Nagoya Grampus non ha saputo stare al passo con i tempi e trovare nuove strade per continuare a vincere e respingere gli attacchi degli avversari.
I RIVALI - Lo stesso numero di panchine in Premier League, ma un palmares completamente diverso. Nel confronto tra Wenger e Alex Ferguson, salta all'occhio il numero di titoli conquistati alla guida rispettivamente di Arsenal e Manchester United. 3 per il francese, ben 13 per lo scozzese. Una distanza abissale tra i due manager, che nonostante abbiano collezionato lo stesso numero di partite in Premier hanno raccolto risultati completamente diversi. Oltre all'ex tecnico dei Red Devils, il rivale storico di Wenger, sia dentro che fuori dal campo, ha un nome e un cognome: José Mourinho. "Quando Wenger critica Chelsea e Manchester United per l’accordo su Mata… Beh, io un giorno troverò Wenger fuori da un campo di calcio e gli spaccherò la faccia" avrebbe detto lo Special One a un giornalista inglese nel 2004. I due sono addirittura arrivati quasi alle mani il 5 ottobre 2014, nella sfida vinta per 2-0 dai Blues di José, che al termine del match ha dichiarato: "Wenger chiedeva un’espulsione e stava facendo pressioni sull’arbitro nella mia area tecnica. Così gli ho detto di tornarsene nella sua. Mi ha spingo, io ho spinto lui e gli ho detto… ‘Fai così perché sai che qui non posso reagire, ma un giorno ti incontrerò per strada, prima o poi…"
TALENTI - Dalle parti di Highbury, la vera rivoluzione di Wenger ha interessato principalmente lo scouting. Sono tanti i calciatori scovati in ogni angolo del mondo dall'allenatore di Strasburgo ed esplosi con la maglia dei Gunners, prima di essere venduti a peso d'oro: da Viera a Nasri, passando per Fabregas, Tourè, Sagna e tanti altri. Tra questi spicca Thierry Henry, che si consacra all'ombra del Big Ben sotto la guida del transalpino. Oltre a saper individuare i migliori talenti, Wenger si è dimostrato molto abile nella gestione delle risorse del club, soprattutto in un periodo 'difficile' a causa della costruzione del nuovo Emirates Stadium da parte dei Gunners, in cui è riuscito ad ammortizzare i costi senza ridimensionare le ambizioni del club.
ADDIO - Da qualche settimana si parla dei possibili successori di Wenger sulla panchina dell'Arsenal. Simeone e Allegri, ma non solo. Sono questi i principali indiziati per aprire il nuovo ciclo a partire dalla prossima estate, quando scadrà il vincolo contrattuale tra il club e Wenger. È dunque sempre più vicina la fine della lunga avventura del tecnico francese sulla panchina del club londinese. Eccellente talent scout e ottimo manager dal punto di vista economico, Wenger non è riuscito a farsi amare dai tifosi dei Gunners, affamati di successi. San Silvestro da record per il francese, che festeggerà il maggior numero di panchine in Premier nella sfida contro il West Bromwich. Un primato che però sa già d'addio.