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    Rivoluzione Verona, Sogliano: 'Non bisogna tenere chi vuole andare via. Ngonge voleva restare, ma...'

    Rivoluzione Verona, Sogliano: 'Non bisogna tenere chi vuole andare via. Ngonge voleva restare, ma...'

    Vera e propria rivoluzione sul mercato a gennaio per l'Hellas Verona, con 9 giocatori arrivati alla corte di Marco Baroni e 14 invece ceduti ad altre squadre. Il direttore sportivo degli scaligeri, Sean Sogliano, è intervenuto in conferenza stampa per commentare le tante operazioni e il momento del club.

    DA QUALE NUOVO ARRIVATO SI ASPETTA QUALCOSA IN PIU'? - "Voglio fare una precisazione, abbiamo cercato di fare delle valutazioni e portare dei ragazzi che devono ancora esplodere e farsi conoscere ai grandi palcoscenici nonostante abbiano già avuto esperienze importanti nelle massime serie. Hanno sposato la linea che la società ha preso per vari motivi tra cui sostituire giocatori che sono usciti per ingaggi elevati. Il club non è rimasto a metà, in una situazione che non avrebbe risolto niente. Questi giocatori hanno fame e dimostreranno che la squadra può lottare fino alla fine. Molti hanno già calcato palcoscenici importanti come Swiderski che ha già giocato in nazionale".

    OGGI C'E' UN PIANO PER LA SERIE B? - "Quando un club è sano e solido ha la possibilità di cadere sempre in piedi, questa è la nostra linea, le prestazioni delle ultime settimane parlano però di una squadra viva, che non ha certamente alzato bandiera bianca, la classifica forse dice che siamo in difficoltà ma io sono convinto che questa squadra lotterà fino all'ultima giornata come la scorsa stagione per compiere un'altra grande impresa. Non bisogna tenere giocatori che vogliono andare via, specie quando si lotta per la salvezza, anche se forse il giocatore che voleva rimanere era Ngonge che voleva finire l'anno ma quando si verificano condizioni come quelle che si sono palesate è impossibile trattenere chi non può restare".

    INCASSATI 45 MILIONI? - "I numeri sono quelli, poi in realtà le plusvalenze sono di meno".

    RIVOLUZIONE MAI AVVENUTA A GENNAIO - "Quando una società prende coscienza della sua situazione economica è doveroso migliorarla per evitare di avere delle problematiche future. C'era un momento in cui avrei voluto spegnere il telefono per evitare di ricevere altre offerte e non nego che abbiamo rifiutato anche altre due/tre proposte importanti. Poi è chiaro che io non sia stato contento di vendere Ngonge ma quando ti arrivano offerte del genere non si possono non accettare. Il presidente mi ha detto che doveva rientrare da spese effettuate in passato dove le gestioni sono state superiori alle proprie possibilità, non è che il Verona deve iniziare di punto in bianco a vendere giocatori perchè è arrivata una perdita improvvisa".

    MANOLAS CERCATO? - "Dobbiamo dimostrare coerenza e avere le idee chiare, Manolas è un giocatore importante con esperienze in grandi squadre come Roma e Napoli, io ci ho parlato, non c'è niente di male nel dirlo, proprio per questo abbiamo fatto una proposta congrua alle nostre possibilità dato che abbiamo ceduto giocatori anche per degli ingaggi troppo elevati insostenibili, noi non possiamo andare oltre una certa soglia e lui ha preferito andare a Salerno dove c'è una società che può permettersi di offrire ingaggi diversi".

    IL VERONA ERA A REPENTAGLIO PRIMA DEL MERCATO? - "Io non sono un amministrativo, a questa domanda potrà rispondere il presidente o il direttore generale ma credo che quanto abbiamo fatto dopo questa sessione di mercato ha dato una grande mano".

    NON SI POTEVA ANTICIPARE LA RIVOLUZIONE IN ESTATE? - "Ci sono state delle dinamiche interne per le quali non sono la persona più adatta per spiegare. C'era probabilmente la possibilità dell'entrata di un socio che potesse far mutare radicalmente e velocemente la soluzione, possibilità che non si è verificata. In secondo luogo le offerte - oltre a quella per Hien - sono arrivate in inverno e non in estate".

    IL MOMENTO PIU' DIFFICILE DEL MERCATO - "Bisognava ragionare razionalmente e non emotivamente facendo partire giocatori che di fatto non ti avevano dato quello che si sperava".

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