Rivoluzione Var: in un mese errori ridotti, in futuro rigori senza respinta
Una prova in questo senso è arrivata ieri, quando la tecnologia ha cancellato in pochi istanti - una trentina di secondi, un minuto al massimo - l’archetipo della «questione di centimetri »: le reti in fuorigioco di Lasagna, Kalinic e Ilicic. Oltre a un gol fantasma di Bonucci (con la goal line technology). Uno sguardo e i dubbi spariscono. Il mondo è attentissimo alla sua sperimentazione italiana: in settimana si è riunito l’Ifab, board che vigila sulle norme del calcio. Tra gli argomenti in agenda, il futuro del Var. A lasciare ancora perplessi è il fattore tempo: i 6 minuti per decidere se ci fosse rigore in Inter-Spal sono una situazione ricorrente in ogni paese che prova la moviola in campo. «I tempi sono dovuti alla tecnologia, non agli arbitri», spiega il n.1 Figc Tavecchio. Ma Rizzoli, designatore che con Rosetti divide la paternità del progetto, non può farsene una ragione: «Tempi così dilatati non sono soddisfacenti». Servirà semplificare la “trasmissione” delle immagini dalla saletta del Var al monitor a bordo campo. Ma anche gli allenatori sembrano apprezzare la novità. Con qualche emendamento: «Si recuperi il tempo perso, sempre», la prescrizione di Semplici, della Spal, scottato da quei 6’ perduti. «Bisogna intervenire solo quando serve», chiede Mihajlovic. «E così c’è il rischio di non esultare più», il monito di Gasperini.
L’uso della tv avrà comunque ripercussioni a cascata. All’Ifab ad esempio si sono posti un problema: il Var deve vigilare sulla regolarità dei gol, ma l’85% dei rigori è irregolare per la presenza di giocatori in area. Vanno fatti ripetere tutti? Meglio farsi venire un’idea. Come trasformare il rigore in un tiro secco, abolendo la respinta: l’azione finirebbe con il gol o la parata. Come nei rigori dopo i supplementari, per capirci. Ai puristi non piace, ma il Var insegna: è solo questione di abitudine.
da Repubblica.it