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    Ritrovata la carta di Cristiano Ronaldo: la Juve non avrebbe contabilizzato nel bilancio circa 20 milioni di euro

    Ritrovata la carta di Cristiano Ronaldo: la Juve non avrebbe contabilizzato nel bilancio circa 20 milioni di euro

    • Redazione CM
    Trucchi contabili, per uscire da una situazione finanziaria disastrosa. Secondo il pool di magistrati di Torino, la Juve avrebbe truccato i bilanci 2018, 2019 e 2020 con 115 milioni di plusvalenze artificiali, per nascondere "l’erosione del capitale sociale" e "proseguire indebitamente la negoziazione" del titolo in Borsa. Secondo quanto scrive l'Ansa un consulente dei magistrati ha calcolato l'impatto che i presunti espedienti contabili avrebbero avuto sulle casse della Juventus. Nei bilanci approvati relativi agli esercizi tra il 2018 e il 2020 sarebbero state indicate perdite di esercizio inferiori rispetto quelle reali: per l'esercizio 2018 è stato fatto figurare un patrimonio netto positivo per 31 mln anziché negativo per 13 mln; per il 2019 positivo per 239 mln invece di 47 mln; per il 2020 positivo per 28 milioni anziché negativo per 175 mln. Secondo gli avvocati difensori Maurizio Bellacosa e Davide Sangiorgio si tratta di cifre "superate e assorbite" dai due poderosi aumenti di capitale "attuati dalla società in piena trasparenza e rispettando alla lettera alle norme" e che "hanno confermato la solidità della Juventus nel panorama del calcio italiano".

    CARTA RONALDO - Secondo quanto scrivono Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera sotto la lente della Procura ci sarebbe in particolare la seconda manovra stipendi (200-21), che prevedeva accordi individuali coi calciatori per fare fronte ai danni economici legati al Covid. La Juve avrebbe depositato in Lega accordi condizionati (stipendi pagati solo in caso di permanenza nel club) mentre dai notai ne sarebbero stati trovati altri incondizionati non iscritti a bilancio. In questa casistica rientra la famosa carta di Cristiano Ronaldo ("che non si deve trovare", come emerso da una intercettazione): una scrittura privata rinvenuta tra le carte secondo cui la Juve avrebbe dovuto versare al portoghese 19,9 milioni di euro anche in caso di addio. Una cifra che secondo l’accusa non sarebbe stata regolarmente contabilizzata nel bilancio. Oltre che per Agnelli erano state chieste misure cautelari, rigettate dal gip, anche per l’avvocato Gabasio e l’ex responsabile dell’area sportiva Paratici.

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