Risultati deludenti e il progetto fallito: Roma, il Kretinsky presidente è un flop
PIANO SPARTA - "Ho due progetti: il primo è quello sportivo, il secondo è puramente d'investimento. Siamo convinti che lo Sparta diventerà un investimento interessante a medio o lungo termine: dobbiamo giocare la fase a gironi di Champions League ogni anno. Ma per raggiungere questo risultato, dobbiamo realizzare sia il progetto sportivo che economico. Vogliamo vincere subito il campionato ceco". Si presentava in maniera ambiziosa nel lontano 2004 Daniel Kretinsky duranta la prima intervista dopo l'ufficialità dell'acquisto del 99,9% delle quote. Accostato a più riprese a Roman Abramovich, proprietario del Chelsea, per gli interessi imprenditoriali, la passione per gli aerei e la gestione di un club, Kretinsky non è mai stato un vero appassionato di calcio - secondo quanto testimoniano fonti vicine a lui - ma dopo un'attenta valutazione economica sugli introiti, il magnate ceco ha deciso di entrare a farne parte, investendo una parte del suo immenso patrimonio sullo Sparta Praga. Le premesse era buone, così come i primi risultati: nella stagione 2004/2005, il club granata conquista il titolo e nell'estate successiva riesce a qualificarsi alla fase a gironi di Champions.
DELUSIONE - Il progetto Champions League non si è però mai realizzato: in 14 anni di presidenza Kretinsky, lo Sparta Praga ha conquistato appena 4 titoli e solamente due partecipazioni alla fase a gironi della competizione europea, che manca dalla stagione 2005/2006. Un rendimento molto al di sotto della aspettative per il club più seguito della Repubblica Ceca, che ha creato tanta delusione nell'ambiente. Nonostante gli investimenti importanti - al netto del campionato ceco - la squadra non è mai riuscita ad avere continuità e crescere, per stabilirsi al vertice del calcio nazionale. Complice una passione non proprio viscerale, Kretinsky - che non ha fatto mancare la sua presenza alla squadra nel corso del tempo - si è sempre affidato a suoi collaboratori, senza mai dimostrare personalità tracciando una linea guida sul progetto del club e valutando attentamente il lavoro svolto dal suo staff, in relazione ai risultati.
RIVOLUZIONE FALLITA - Tante idee, ma senza la giusta perseveranza, come accaduto recentemente. Nell'estate 2017, la società granata annuncia a sorpresa l'arrivo di Andrea Stramaccioni in panchina e di una lista di calciatori stranieri. Una novità assoluta in Repubblica Ceca, dove i club sono abituati a lavorare con i propri calciatori o al massimo quelli provenienti dalla vicina Slovacchia. Il nuovo progetto, che aveva l'obiettivo di internazionalizzare la squadra per renderla più competitiva anche in campo europeo, ha riscontrato non poche difficoltà: da quella linguistica all'ostilità dei tifosi, poco propensi ad accogliere allenatore e calciatori stranieri. I primi risultati negativi e l'insofferenza dell'ambiente hanno convinto Kretinsky a fare un passo indietro dopo pochi mesi - senza dare l'opportunità al tecnico italiano di lavorare almeno un'intera stagione -, con il numero uno del club granata che ha deciso di tornare ad affidarsi a uno staff tecnico di matrice ceca, con Hapal in panchina e l'ex tecnico Scasny nel ruolo di direttore sportivo. Il mercato estivo ha poi completato l'opera, con l'arrivo di calciatori che già militavano nella 1.Liga (eccezion fatta per Chipciu). L'ultima dimostrazione di debolezza di un abile stratega in ambito finanziario che non è ancora riuscito a confermarsi tale alla guida del club.