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    Ripescata e vincente, ma non è l'Italia: che Danimarca nel film 'Estate'92'!

    Ripescata e vincente, ma non è l'Italia: che Danimarca nel film 'Estate'92'!

    • Angelo Taglieri
    "Un angolo per chi ha la visione del calcio di Nick Hornby, per chi vive la partita come un film, per chi reputa Babangida il miglior calciatore della storia. Un piccolo mondo per chi non ha scritto calcio con il pallone tra i piedi, ma con una penna tra le dita, una telecamera sulla spalla o un joystick in mano, per quelli cresciuti a pane, nutella e Holly e Benji . Il calcio visto con gli occhi, e gli occhiali, del Nerd".

    Con la delusione post Mondiale ancora da digerire, diventata ancora più profonda nel vedere gli altri, belli e sorridenti, prepararsi al torneo di calcio più bello del mondo, ieri non riuscivo a dormire dopo le botte rimediate dall'Argentina, con la nostra Italia costretta al tristissimo e deprimente ruolo di sparring partner. Per questo motivo, come accade quando le cose non vanno, mi sono rifugiato in un film: possibilmente sportivo, possibilmente esaltante, possibilmente utile per cancellare l'Azzurro opaco sfoggiato negli ultimi mesi. E, tra un documentario su Messi (non è la serata giusta), uno sulla Bombonera (già visto ed emozionante, ma meglio evitare tutto quello che profumi di asado argentino), e una nuova serie americana sul mondo del calcio (21 Thunder), ecco spuntare su Netflix un film danese sulla Danske dynamite, la nazionale danese. Quella nazionale danese. Quella che, nel '92, aiutata dal destino, trionfò nell'Europeo svedese sotto il cielo di Goteborg.

    PRE EUROPEO - Estate '92, pellicola del 2015, diretta dal danese Kasper Barfoed, con Ulrich Thomsen (Blacklist, Mortdecai, L'ultimo dei templari, Il mistero dell'acqua) nel ruolo del ct Richard Moller Nielsen, rivive l'impresa di quella fantastica nazionale, entrata nella storia. Si inizia con la difficile scelta del successore di Sepp Piontek, commissario tecnico che ha regalato dignità alla nazionale danese, facendole giocare un calcio divertente e offensivo; e la scelta che cade proprio su Moller Nielsen, studioso del pallone ma meno carismatico e personaggio rispetto al suo predecessore, tanto che è solo la settima scelta per la panchina. Rapporto difficile coi giocatori (tanto che Michael Brian Laudrup dicono addio, salvo poi ripensarci il secondo), calcio noioso, fischi del pubblico e la qualificazione all'Europeo di Svezia che non arriva. Poi, mentre gioca in giardino con i figli, ecco la chiamata che cambia la storia...

    CHE BELLEZZA! - Un racconto intimo e senza sensazionalismi, che ci regala una nazionale danese naturale e semplice: Faxe Nielsen, la sua voglia di lasciare un segno (insieme a quella di McDonald); Brian Laudrup tra la smania di improvvisare e i rigidi dettami tattici del ct; Schmeichel con le sue urla e le sue parate; Christofte, la sua passione per la storia del calcio e il suo sangue freddo sui rigori; fino ad arrivare a Vilfort, con la sua piccola, Line, che a 8 anni è malata di leucemia. Gioca le prime partite, guarda in tv, con la sua bambina, la vittoria dei compagni con la Francia e ritorna, su richiesta proprio di Line, in Svezia, per giocare, e vincere, contro l'Olanda; per giocare, vincere e segnare in finale contro la Germania, realizzando il sogno di sua figlia, che dopo poche settimane perderà la sua partita. Un film lontano da quelli autocelebrativi americani, gonfiati e urlati al mondo"Estate '92" è l'opposto: il sussurro di una storia che ha fatto la storia. E sì, per un po' l'umanità del miracolo danese ha messo da parte la tristezza azzurra.

    @AngeTaglieri88
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