RIO 2016: il fioretto sfiorito, i signori del doping e 'l'amuleto' Renzi
Insomma, per una delle discipline olimpiche più tradizionalmente ”nostre” occorre prendere atto che un ciclo bellissimo si è definitivamente chiuso. Riaprirlo non sarà cosa semplice. Il fioretto, come la spada e la come sciabola visti sia al femminile come al maschile, rivestono una valenza davvero minima in quanto a partecipazione rispetto ad altri sport che sono anche fabbriche di denaro e per coloro che li praticano e soprattutto per quelli che si fanno i soldi nell’indotto. In Italia, almeno, è così. Palestre sempre più vecchie e sempre più deserte. I giovani, spinti da genitori incantati dalla possibilità di avere un figlio campione e ricco piuttosto che sportivo dilettante e sano, a Montano preferiscono persino Balotelli. Sicché anche coloro che sarebbero preposti a insegnare come si fa a lottare e a vincere, migrano altrove in Paesi dove la dignità dello sport non viene confusa con l’ansia della celebrità e dell’arricchimento. Per il momento, dunque, è finita qui. Domani vedremo.
Certo che i segnali etici e morali non sono affatto positivi. La conferma della condanna che il Tribunale Sportivo di Appello ha ribadito per il nostro marciatore Alex Schwazer, rispedendolo a casa a Rio in lacrime di rabbia, suona chiaramente come il successo, sotterraneo e vergognoso, dei “Signori del doping” che oramai governato sempre di più sul mondo dello sport con la compiacenza, evidentemente ben pagata, di coloro che per etica e per morale dovrebbero essere i paladini e difensori dell’intero movimento planetario. Dal presidente del Cio a tutti i responsabili delle varie Federazioni. Certamente Alex ha commesso un errore. Ma non quello per il quale è stato a suo tempo condannato, frutto di un grammo in più o in meno di epo nel sangue. Macché. Un errore molto più grave. Quello di essere uscito dal coro del “malaffare”, aver denunciato i trafficanti e i fruitori terminali del traffico illecito, infine di aver lanciato una campagna anche contro quegli integratori “leciti” che non servono a un bel niente se non a rovinare la salute e ad arricchire le multinazionali che li producono per spacciarli a livello planetario anche alle casalinghe e ai bambini delle elementari. E’ il trionfo del paradosso. In un Olimpiade come questa dove circolano liberi di gareggiare chissà quanti atleti dopati e specialmente russi, viene colpito e affondato chi, dopo aver fatto outing, ha avuti la forza e il coraggio di togliere il coperchio alla fogna.