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Righetti: 'Allegri è stanco, ma resterà alla Juve. Da giocatore...'
STANCO, MA... - "Lo è, ma sfido qualsiasi allenatore a dirmi che non vorrebbe quella stanchezza, così carica di soddisfazione. Perché poi guardate che è stanco pure l’allenatore che retrocede. Cosa farà? Continua a fare l’allenatore. Di sicuro non si ferma un anno. Stimoli? E io vi chiedo se ci sono tante squadre che possono dare gli stimoli che dà la Juventus... Restano ancora da battere dei record no?. Resta alla Juve? Quello lo dirà lui, non chiedetelo a me. Io l’ho visto stanco, sì, ma certamente motivato. Magari sta studiando le strategie delle avversarie scudetto. Lui è molto attento. E sa come sfruttare le debolezze degli altri: altra caratteristica del suo modo di allenare. Lui scova i punti deboli degli altri e li sfrutta".
ALLENATORE IN CAMPO - "Senza dubbio. E quanto rompeva! Sempre pronto a dare consigli o indicazioni ai compagni. E poi quei confronti con Galeone. Di solito i giocatori di qualità, come era lui, si confrontano con l’allenatore pensando come rendere meglio. Lui non parlava mai di se stesso, ma della squadra e di come farla girare meglio. Ha sempre avuto un’idea collettiva, mai del singolo. Allenatore da sempre ed era un giocatore di grande classe. Premiato meno del dovuto? Ma la sua carriera da calciatore lo ha costruito come uno dei più bravi allenatori del mondo. Un grande. E per noi era indispensabile con la sua qualità. Quando non era al top erano problemi, quindi cercavo sempre di spronarlo. Tanto lo capivo da come teneva le spalle un po’ in avanti che era in giornata. Poi veniva da me e diceva: Rigo, oggi non va, non mi cercare troppo. Poi in campo io lo cercavo lo stesso e gli gridavo: dai gioca ‘sto pallone! Se non lo dò a te a chi lo dò? E lui qualcosa si inventava".