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    Riecco Menez: serve o è di troppo?

    Riecco Menez: serve o è di troppo?

    • Daniele Longo
    Jeremy Menez inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. L'attaccante francese, fermo ai box da cinque mesi per un lungo e fastidioso problema alla schiena, è tornato ad allenarsi in gruppo con i compagni da un paio di giorni. Il francese sta rispondendo bene ai carichi di lavoro proposti dallo staff tecnico, una buona notizia per un giocatore che necessita di risposte significative per allontanare dubbi e paure. Il tecnico Mihajlovic spera di poter contare presto sul numero sette rossonero che, nella travagliata stagione scorsa, è riuscito a totalizzare ben sedici marcature in trentatrè presenze. La volontà è quella di non forzare i tempi, con il rientro stimato intorno alla prima settimana di febbraio. 

    UNA NUOVA RISORSA PER MIHAJLOVIC - Menez non lo vedi sorridere molto in campo: fin dai tempi passati nella Roma, il francese sembrava sempre corrucciato e poco inserito nelle dinamiche del gruppo. Una sorta di antidivo, capace di regalare colpi ad alto coefficiente di difficoltà. Il 17 settembre del 2014 segnò uno dei più gol della sua carriera con quel colpo di tacco al Parma. Classe e imprevidibilità: due ingredienti che mancano al Milan attuale e che il francese può portare in dote. L'attaccante francese salta l'uomo e tira in porta dalla distanza meglio degli attuali protagonisti del reparto offensivo. Mihajlovic avrà da lavorare molto sulla testa di un giocatore che ha bisogno di essere libero da dettami tattici e, sopratutto, deve sentirsi importante e coccolato, trattamento che gli riservava Inzaghi nella passata stagione.

    DIFFICILE COLLOCAZIONE TATTICA - Ha il sette sulle spalle ma il Presidente Berlusconi, da sempre innamorato del ruolo del trequartista, lo considera un 10. In realtà Menez le cose migliori le ha fatte vedere da prima (al Milan ndr) o seconda punta (al Psg ndr). Non ha nelle corde l'ultimo passaggio, essendo un anarchico per natura. Tanta fantasia e un pò di egosimo di difficile collocazione nel Milan attuale: il suo ritorno potrebbe ridurre il raggio d'azione dell'ottimo, fino a questo punto, Bonaventura. Senza dimenticare Kevin Prince Boateng che contro la Roma ha lanciato un primo segnale: nella lotta per una maglia da titolare il ghanese c'è. Per Mihajlovic sarà tempo di valutazioni in un reparto dove regna l'abbondanza ma c'è il rischio concreto di qualche muso lungo di troppo. 

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