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    Allegri, riecco Khedira: ma il suo erede lo spinge lontano dalla Juve

    Allegri, riecco Khedira: ma il suo erede lo spinge lontano dalla Juve

    • Andrea Distaso
    Juventus-Frosinone dello scorso 15 febbraio rappresenta per entrambi lo spartiacque di uno stagione. A 5 giorni di distanza dall'atto primo degli ottavi di finale di Champions League contro l'Atletico Madrid, Sami Khedira si fermava per un problema cardiaco che lo avrebbe tenuto lontano dai campi per quasi due mesi, spianando la strada al connazionale Emre Can, diventato da quel momento in poi uno dei perni insostituibili della formazione di Allegri.

    INDISPENSABILE MA... - La partita contro il Milan segna il ritorno nell'elenco dei convocati di Khedira, in quello che si preannuncia come un test per verificare la sua tenuta fisica e il suo rodaggio in vista della molto più importante gara di mercoledì prossimo ad Amsterdam contro l'Ajax. Una partita da non sbagliare, contro un avversario temibile e lanciatissimo, per non mettersi nella condizione di fare un'altra impresa epica come contro gli uomini di Simeone. Uno di quegli appuntamenti in cui raramente Allegri rinuncia all'esperienza e all'intelligenza tattica dell'ex calciatore del Real Madrid. Al netto delle proprie condizioni fisiche precarie, oggi e con questo allenatore è un elemento indispensabile, ma proprio la recente esplosione di Emre Can rischia di minare la sua permanenza a Torino a dispetto di un contratto fino a giugno 2021. Le sirene statunitensi o comunque la prospettiva di giocare in un campionato meno stressante ed esigente sotto l'aspetto fisico sono sempre attuali, a maggior ragione nel caso in cui la stagione si chiudesse in maniera trionfale con la conquista della Champions. 

    L'EREDE DESIGNATO - La chiusura di un cerchio e di un ciclo per questa Juventus, ma anche un nuovo inizio da affidare a volti nuovi e con ambizione da vendere. Un identikit nel quale si ritrova assolutamente Emre Can che, dopo l'apprendistato di Liverpool, è pronto per imporsi definitivamente in un top club. La prima complicata parte di stagione, figlia dei postumi dei guai fisici dello scorso anno, e le ironie legate alla cospicua commissione pagata al suo agente per portarlo via ad Anfield a costo zero sono il passato. Da quel fatidico 15 febbraio è cambiato tutto, è nato un nuovo Emre Can: a parte i 17 minuti da subentrante al Wanda Metropolitano, un ciclo di 7 partite nelle quali Allegri non lo più tolto dal campo. Due gol, ma soprattutto una serie di prestazioni di livello, anche da terzo centrale di difesa e persino da terzino destro, come nella magica notte con l'Atletico. Per un Khedira pronto a tornare, c'è un Emre Can in rampa di lancio e destinato a diventarne l'erede designato.

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