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  • Milan: meno soldi da Uefa e ticketing, ma la Champions resta fondamentale

    Milan: meno soldi da Uefa e ticketing, ma la Champions resta fondamentale

    • Luca Clemente

    L’eliminazione del Milan agli ottavi di finale di Champions, oltre alla delusione dei tifosi che dopo il risultato dell’andata riponevano più di una speranza per l’accesso tra le migliori otto del torneo, ha avuto anche riflessi negativi sui conti del Milan.

    Il format della coppa dalle grandi orecchie, infatti, garantisce alle 32 partecipanti ricavi di una duplice natura: una parte fissa connessa ai risultati ed una parte variabile legata ai diritti tv. Questi ultimi distribuiti secondo il criterio del “market pool”, ovvero proporzionalmente al valore di ogni mercato televisivo rappresentato dai club protagonisti (dai gironi in poi). Secondo questa logica, quindi, più un club va avanti nel torneo, più le tv del proprio paese acquistano diritti tv per trasmettere i match e maggiore sarà il ricavo che la squadra si vedrà riconosciuta alla fine della competizione.

    Per la Champions League 2012/2013, il massimo organo di governo continentale ha previsto un fatturato da media tv e marketing di 1,34 miliardi, a fronte del quale 910,3 mln è la quota da ridistribuire ai club: 500,7 contributo fisso e 409,6 di contributo variabile.

    Secondo la nostra analisi, il Milan ha introitato 15,1 mln € di contributo fisso (-7,4%); se a questi si aggiungono i ricavi da ticketing (7,1 mln contro i 13,6), i rossoneri hanno registrato un calo del 25,5% (-7,6 mln) rispetto all’edizione precedente.

    Contributo Fisso. Il 57% del contributo fisso incassato dal Milan (8,6 mln; +19%) è costituto dal partecipation bonus, che l’Uefa riconosce ai 32 team che accedono ai gironi di qualificazione. Il restante 43% è riconducibile, invece, al performance bonus ed al premio per l’accesso agli ottavi di finale.

    Performance bonus. L’Uefa, oltre al partecipation bonus, eroga 1 mln per ogni vittoria e 500.000 euro per ogni pareggio conseguiti nei gironi. La squadra di Allegri, nell’avventura continentale 2012/13, ha conseguito 2 vittorie (Zenit ed Anderlecht), 2 pareggi (Malaga ed Anderlecht) e 2 sconfitte (Malaga e Zenit) che gli hanno fruttato 3 mln di euro. Il confronto con la passata edizione esprime un +7,1% per questa voce di ricavi, nonostante il miglior percorso nel girone 2011/12 (unica sconfitta alla 5a giornata, 2-3 casalingo contro il Barcellona). Ciò è dovuto all’aumento del 25% dei premi Uefa: lo scorso anno ogni vittoria valeva 800.000 euro ed ogni pareggio 400.000. Le 2 vittorie (Viktoria Plzen e Bate Borisov) ed i 3 pareggi (Viktoria Plzen, Bate Borisov oltre al 2-2 di esordio al Camp Nou) portarono al Milan un incasso di 2,8 mln.

    Premi qualificazione. I ricavi relativi ai passaggi dei turni ad eliminazione diretta vedono una diminuzione del 44,4% rispetto allo scorso anno; 3,5 mln contro i 6,3 del 2011/12, in cui i rossoneri superarono l’Arsenal nel doppio confronto agli ottavi, prima di essere eliminati ancora una volta dai blaugrana nei quarti.

    Complessivamente, i ricavi da contributo fisso Uefa vedono una diminuzione del 7,4%: 15,1 mln di quest’anno contro i 16,3 dello scorso torneo. L’incidenza nei ricavi Champions – escluso contributo variabile – si alza invece di 13 p.p. passando dal 55 al 68%.

     

    Ticketing. Anche i ricavi da botteghino esprimono un deficit nel confronto con lo scorso anno. Le cinque partite casalinghe del Milan nell’edizione 2011/12 assicurarono al Milan un incasso al botteghino (abbonamenti + biglietti) di 13,6 mln, contro i 7,2 di quest’anno (-44,4%). Principali elementi di questo calo sono: numero inferiore di partite disputate (5 contro 4), un afflusso decisamente più basso di tifosi allo stadio (352.457 contro 163.924 tra abbonamenti e biglietti venduti), avversari di minore appeal nel girone (media partita girone 2011/12 70.609 con punta max di 78.927 con il Barça contro i 29.331 con massimo di 30.891 contro Malaga dell’edizione 2012/13). Se a questo si aggiunge la probabile influenza della componente psicologica del tifoso che lo scorso anno veniva da uno scudetto conquistato mentre quest’anno dopo aver subito lo sgambetto bianconero ha poi assistito allo smembramento - dovuto a logiche finanziarie oltre che di naturale ricambio generazionale - della squadra che negli anni passati aveva vinto tutto, si capisce il perché di una differenza così marcata.

    Barcellona croce e delizia. Se è vero come è vero che i catalani sono stati i carnefici del Milan nelle ultime due edizioni, è anche vero che grazie al loro blasone hanno garantito alle casse rossonere oltre 12,1 mln di euro di incassi in 3 incontri (media partita di oltre 4 mln), stabilendo il record di tutti i tempi in occasione dei quarti dello scorso anno grazie ai 4.689.255 mln di euro.

    Milan-Barcellona da record. Il 2-0 dello scorso febbraio contro gli spagnoli non rappresenta solo la più grande soddisfazione sportiva della stagione ma - in termini puramente economici – è anche il più altro introito tra le 11 partite delle ultime due edizioni di Champions. I rossoneri tra incasso (4.659.762 euro) e premio per qualificazione agli ottavi (3,5 mln) in un’unica partita hanno incassato ben 8.159.762 €. Quando si dice centralità strategica della Champions!

    Proiezione Complessiva. Ad oggi non è ancora disponibile il dato del contributo variabile della Champions, ma al 99,9% sarà certamente più alta dello scorso anno (23.564.000 €). Questo per due motivi: la fetta di ricavi da distribuire secondo il market pool è maggiore (409,6 mln contro 341,1 della scorsa edizione; +20%) ma soprattutto perché quest’anno sono solo due le squadre italiane partecipanti (lo scorso anno erano tre – Milan, Napoli ed Inter e complessivamente portarono a casa c.ca 56.467.000 euro) e questo dovrebbe garantire un introito maggiore a Milan e soprattutto Juventus (in virtù di un migliore risultato). Impossibile stimare con precisione una cifra e soprattutto sapere se la parte variabile colmerà (probabilmente si) o sopravanzerà (forse sì) il deficit derivante da contributo fisso e ticketing, ma sicuramente possiamo affermare che per un club del XXI secolo la partecipazione alla Champions non ha una valenza puramente sportiva, ma assume un ruolo sempre più centrale anche nell’equilibrio economico-finanziario delle società.

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