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Ribery: 'Speravo di restare, zero chiamate dalla Fiorentina per settimane. Futuro? Rimarrei in A'
Franck Ribery, che ha da poco lasciato la Fiorentina per via del mancato prolungamento del suo contratto, ha parlato in collegamento video con Toscana TV: "Due anni con la Fiorentina per me sono stati una bella esperienza, hanno significato tanto. Non sono stati due anni facili, ma ho conosciuto una bella città e tante belle persone. Ho dato il massimo per la squadra e per i tifosi. Peccato, avrei voluto continuare un altro anno ma la vita e il calcio sono così. Sono sempre stato a disposizione, anche nei momenti più duri.
SU VLAHOVIC - "È come un piccolo fratello, lui è un gran giocatore ma deve ancora capire tante cose. Nell'ultimo anno è cambiato tanto, abbiamo visto negli ultimi sette mesi come ha lavorato e come ha giocato. Lui ascolta, e questo è importante. Nel 2006 persi la finale del Mondiale contro l'Italia, io avevo 24 anni, ero giovane, e ascoltavo sempre tutti quanti".
SUL FUTURO - "Non lo so, ho pensato veramente a continuare qua a Firenze, non ho mai criticato la società e ho bei ricordi. Adesso vorrei rimanere in Italia, mi piacerebbe rimanere in questo campionato".
SULLA FIORENTINA - "Se può diventare grande? Speriamo. Anche prima di arrivare io conoscevo il club, ha una bella immagine, è importante e non solo in Italia. Non avrei mai pensato di lottare per la salvezza entrambi gli anni, ma questa squadra ha giocato su grandi palcoscenici e ha una grande storia. Io ho vinto tutto al Bayern, sono venuto alla Fiorentina perché la Fiorentina ha un nome davvero importante. Spero che la Fiorentina torni ai suoi livelli, perché i tifosi meritano di più. L'addio non è stato facile. Io sono una persona vera, ho dato veramente tutto com'è nella mia mentalità. Per tre o quattro settimane nessuno mi ha chiamato, ci poteva essere la sensazione che mancasse il rispetto nei confronti del mio impegno. Però è andata così. Con la stampa italiana ho avuto sempre buoni rapporti, così come in Germania. Sono contento, ho fatto il mio lavoro e aiutato i giovani".
SULLA POSIZIONE IN CAMPO - "Mi sono trovato bene a giocare dietro Vlahovic, anche se ho sempre agito a sinistra in carriera. È stato importante, forse anche per Dusan. Kokorin? È stato un momento difficile per lui, anche per via della lingua. Ho parlato molto con lui, è una bella persona e un giocatore importante, ha avuto solo bisogno di più tempo rispetto ad altri".
SULLE MIGLIORI GIOCATE - "Peccato che nonostante l'assist a Chiesa abbiamo perso in casa dell'Inter. Peccato poi che non sia riuscito a segnare all'ultima in casa col Napoli. Per un anno abbiamo giocato senza tifosi, sono dispiaciuto perché è stato tutto più difficile, è venuta a mancare una motivazione importante. Domenica? Si affrontano in finale due grandi squadre, speriamo che vinca l'Italia".
SU VLAHOVIC - "È come un piccolo fratello, lui è un gran giocatore ma deve ancora capire tante cose. Nell'ultimo anno è cambiato tanto, abbiamo visto negli ultimi sette mesi come ha lavorato e come ha giocato. Lui ascolta, e questo è importante. Nel 2006 persi la finale del Mondiale contro l'Italia, io avevo 24 anni, ero giovane, e ascoltavo sempre tutti quanti".
SUL FUTURO - "Non lo so, ho pensato veramente a continuare qua a Firenze, non ho mai criticato la società e ho bei ricordi. Adesso vorrei rimanere in Italia, mi piacerebbe rimanere in questo campionato".
SULLA FIORENTINA - "Se può diventare grande? Speriamo. Anche prima di arrivare io conoscevo il club, ha una bella immagine, è importante e non solo in Italia. Non avrei mai pensato di lottare per la salvezza entrambi gli anni, ma questa squadra ha giocato su grandi palcoscenici e ha una grande storia. Io ho vinto tutto al Bayern, sono venuto alla Fiorentina perché la Fiorentina ha un nome davvero importante. Spero che la Fiorentina torni ai suoi livelli, perché i tifosi meritano di più. L'addio non è stato facile. Io sono una persona vera, ho dato veramente tutto com'è nella mia mentalità. Per tre o quattro settimane nessuno mi ha chiamato, ci poteva essere la sensazione che mancasse il rispetto nei confronti del mio impegno. Però è andata così. Con la stampa italiana ho avuto sempre buoni rapporti, così come in Germania. Sono contento, ho fatto il mio lavoro e aiutato i giovani".
SULLA POSIZIONE IN CAMPO - "Mi sono trovato bene a giocare dietro Vlahovic, anche se ho sempre agito a sinistra in carriera. È stato importante, forse anche per Dusan. Kokorin? È stato un momento difficile per lui, anche per via della lingua. Ho parlato molto con lui, è una bella persona e un giocatore importante, ha avuto solo bisogno di più tempo rispetto ad altri".
SULLE MIGLIORI GIOCATE - "Peccato che nonostante l'assist a Chiesa abbiamo perso in casa dell'Inter. Peccato poi che non sia riuscito a segnare all'ultima in casa col Napoli. Per un anno abbiamo giocato senza tifosi, sono dispiaciuto perché è stato tutto più difficile, è venuta a mancare una motivazione importante. Domenica? Si affrontano in finale due grandi squadre, speriamo che vinca l'Italia".