Repubblica - Guardia di Finanza e Fisco indagano sugli arbitri: accusa di evasione fiscale. Si muove la procura Figc
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COMPENSI UEFA - Secondo l'accusa del Fisco, i 50 arbitri indagati avrebbero evaso le tasse sui compensi riconosciuti dalla UEFA per le partite internazionali arbitrate tra il 2018 e il 2022. La Guardia di Finanza ha portato a controlli capillari anche sui registri dell’Associazione Italiana Arbitri. Le verifiche si sono estese addirittura a 5 addetti Var e Avar.
EVASIONE DIFFUSA - Secondo il Fisco il guadagno minimo era di 8mila euro a incontro e su queste cifre non sono stati versati i contributi statali. Le somme contestate non sono mai state superiori ai 100mila euro - soglia al di sotto della quale non si configura il reato penale -, ma la diffusione dell'evento ha sollevato la preoccupazione dell'Agenzia delle Entrate.
ROCCHI HA SANATO - A metà 2024, quasi tutti gli arbitri coinvolti che hanno ricevuto avvisi di accertamento dall'Agenzia delle Entrate hanno scelto di pagare una sanzione ridotta con il "ravvedimento operoso” e sanare le proprie posizioni. Gianluca Rocchi, assistito dall'avvocato Roberto Cordeiro Guerra ha poi spiegato che: "Ho chiuso tutte le pendenze, si è trattato solo di un disguido” legato a norme poco chiare.
E ORA? - Se dal punto di vista legale tutto sembra ormai passato così potrebbe non essere dal punto di vista sportivo con la Procura Federale Figc che potrebbe aprire a sua volta un fascicolo di indagine. Sul tavolo c'è infatti la possibile violazione degli aritcoli 5 e 6 del Codice Etico Aia in cui si dice che gli arbitri: "devono improntare i loro comportamenti in conformità alle leggi ed ai regolamenti vigenti… Il loro comportamento deve essere espressione di legalità”. Possibili sanzioni sono in arrivo.