Getty Images
Reina si traveste da Donnarumma: parata salva-stagione e scettici zittiti
Una parata che può valere la Champions League. Un intervento che può salvare la stagione. Decidete pure voi da quale versate guardarla, ma la prodezza di Pepe Reina su Immobile dopo nemmeno 3 minuti dall'inizio dello scontro diretto contro la Lazio è un episodio chiave. Destinato inevitabilmente a cambiare il corso degli eventi, perchè sembrava tanto di rivedere lo stesso copione del derby che la squadra di Gattuso ha perso contro l'Inter. Approccio soft, gol subito in avvio e poi una rincorsa disperata e infruttuosa per il resto della gara. Il numero uno spagnolo ha spazzato via questa pericolosa prospettiva e si ritaglia una bella fetta di protagonismo nella volata che potrebbe portare il Milan a centrare un obiettivo vitale per il suo futuro prossimo.
MAI IN COMPETIZIONE - Dopo 4 anni a Napoli da leader assoluto dello squadra e dello spogliatoio, il portiere spagnolo ha accettato un finale di carriera da chioccia di un collega di 17 anni più giovane e bisognoso di ritrovare quelle sicurezze smarrite nella passata stagione. Lo ha fatto con umiltà, mettendosi sin dall'inizio a disposizione e mai in competizione con Donnarumma, nonostante l'ingaggio da 3 milioni di euro fino a giugno 2021 avesse fatto pensare a una mossa della precedente dirigenza del Milan per tutelarsi a fronte di una partenza del suo numero uno. Dall'inizio di questa stagione però, le nubi si sono dissolte e le gerarchie chiarite, come ha avuto modo di ribadire lo stesso Reina: "Io do sempre il mio, cerco di essere professionista ogni giorno per il rispetto verso il Milan. Vince o perde la squadra, mai il singolo. Ogni giocatore vuole scendere in campo, è ovvio, ma il mio umile lavoro è far crescere Gigio. Adesso è già più uomo e più forte".
NON SOLO VICE-GIGIO - Eppure Reina, che era sin qui sceso in campo solo altre due volte in campionato, contro Udinese e Juventus, una volta in Coppa Italia e aveva vissuto in prima persona soltanto la deludente avventura in Europa League, covava dentro di sé la grande rivincita. La voglia di scrollarsi di dosso le troppe etichette appicicategli addosso da chi giudica ormai il ruolo di un calciatore a seconda del suo prezzo d'acquisto o di quanto guadagni. Se Donnarumma è tornato a essere un fattore decisivo per il Milan, i meriti vanno condivisi con chi, con la sua esperienza, ha saputo infondergli la giusta serenità nel vivere la sua professione. E, con la parata su Immobile, a dimostrare che non solo non è finito, ma che sulla stagione rossonera può esserci anche la sua griffe.
MAI IN COMPETIZIONE - Dopo 4 anni a Napoli da leader assoluto dello squadra e dello spogliatoio, il portiere spagnolo ha accettato un finale di carriera da chioccia di un collega di 17 anni più giovane e bisognoso di ritrovare quelle sicurezze smarrite nella passata stagione. Lo ha fatto con umiltà, mettendosi sin dall'inizio a disposizione e mai in competizione con Donnarumma, nonostante l'ingaggio da 3 milioni di euro fino a giugno 2021 avesse fatto pensare a una mossa della precedente dirigenza del Milan per tutelarsi a fronte di una partenza del suo numero uno. Dall'inizio di questa stagione però, le nubi si sono dissolte e le gerarchie chiarite, come ha avuto modo di ribadire lo stesso Reina: "Io do sempre il mio, cerco di essere professionista ogni giorno per il rispetto verso il Milan. Vince o perde la squadra, mai il singolo. Ogni giocatore vuole scendere in campo, è ovvio, ma il mio umile lavoro è far crescere Gigio. Adesso è già più uomo e più forte".
NON SOLO VICE-GIGIO - Eppure Reina, che era sin qui sceso in campo solo altre due volte in campionato, contro Udinese e Juventus, una volta in Coppa Italia e aveva vissuto in prima persona soltanto la deludente avventura in Europa League, covava dentro di sé la grande rivincita. La voglia di scrollarsi di dosso le troppe etichette appicicategli addosso da chi giudica ormai il ruolo di un calciatore a seconda del suo prezzo d'acquisto o di quanto guadagni. Se Donnarumma è tornato a essere un fattore decisivo per il Milan, i meriti vanno condivisi con chi, con la sua esperienza, ha saputo infondergli la giusta serenità nel vivere la sua professione. E, con la parata su Immobile, a dimostrare che non solo non è finito, ma che sulla stagione rossonera può esserci anche la sua griffe.