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    Reijnders: 'Ecco perché ho preferito il Milan al Barcellona, merito di Pioli'

    Reijnders: 'Ecco perché ho preferito il Milan al Barcellona, merito di Pioli'

    Il centrocampista Tijjani Reijnders parla così in una lunghissima intervista a Voetbal International della sua nuova vita in Italia con la maglia del Milan: "Mi sono messo la maglia e ho pensato: "Wow, adesso gioco davvero nel Milan”. Sto vivendo il mio sogno. È davvero così che la vedo. Da ragazzino sognavo una vita da calciatore professionista. Preferibilmente in un top club internazionale, compresa la nazionale olandese. E ora sono qui, da giocatore del Milan e dell’Olanda'.

    Gli aspetti relativi ai contenuti calcistici sono stati fondamentali nella mia scelta. Volevo andare a una competizione importante, ma quello non era l'unico criterio. Il ruolo che aveva in mente il Barcellona era meno adatto alle mie caratteristiche. La mia forza sta nella metà campo offensiva e nel fare la spola avanti e indietro. E in termini di dimensioni del club, Milan e Barcellona sono nella stessa categoria. Parlando con Pioli ho scoperto che il club mi aveva seguito tutto l’anno e l’allenatore sapeva esattamente cosa potevo aggiungere alla squadra ed era stato molto chiaro anche sul mio ruolo di trequartista. Pioli è un allenatore dalla mentalità offensiva, gran parte del suo materiale di allenamento è incentrato sulle soluzioni calcistiche e su come liberarsi dalla pressione. Anche questo mi ha davvero attratto. Il Milan è un club enorme in una grande competizione, che punta a dominare le partite”.

    “Subito dopo aver firmato siamo andati negli Stati Uniti per il ritiro, è stato un bel modo per conoscere tutti e penso che abbia fatto la differenza anche l’essere andato avanti in Conference con l’AZ. Ovviamente in un top club come il Milan devi sempre metterti alla prova, ma non pensavo ci fossero dubbi o altro su di me e mi sono sentito subito il benvenuto come altri nuovi arrivati. Ruben Loftus-Cheek e io abbiamo subito gravitato l'uno verso l'altro, con il vantaggio di poter parlare inglese. Sto bene con Christian Pulisic, con Malick Thiaw, con molti ragazzi in realtà. La fame di nuovi successi si nota in ogni cosa, perché il successo fa parte di questo club. Questa stagione ha una carica in più: sia Milan che Inter hanno ormai diciannove titoli nazionali ed entrambi vogliamo essere i primi a mettere quella seconda stella sulla nostra maglia. Inoltre, il club è ovviamente noto per i suoi successi europei. Al Milan tutto è finalizzato a far rivivere i vecchi tempi di gloria”.

    “Il livello di gioco qui è più intenso di quello a cui ero abituato, noto che sono più stanco dopo le gare sia fisicamente sia mentalmente. Ma questo ti fa crescere come giocatore e ne ho parlato anche con Dumfries in ritiro con l’Olanda e anche lui ha riconosciuto questa cosa. Spesso gli allenamenti vengono interrotti per discutere di soluzioni tattiche, di movimenti, di come muoversi fra linee strette ed è tutto molto istruttivo. In Italia si diventa un calciatore più completo. - continua l’olandese – In passato mi nascondevo dopo un errore, ma poi mi sono reso conto che anche Messi e Ronaldo sbagliavano a volte e quindi perché non doveva capitare a me. La mia mentalità è che l’azione successiva possa essere quella giusta per correggere l’errore e questo serve ad avere sempre più fiducia in se stessi”.

    “Finora tutto è stato meraviglioso, ma in realtà non ho fatto ancora nulla. Voglio vincere trofei con il Milan e poi c’è l’Europeo alle porte e infine spero di diventare padre per la prima volta a marzo. Non vedo l’ora che arrivi il nuovo anno”.

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