Reichart: 'La Superlega si farà. I problemi del calcio europeo rischiano di farlo sparire, serve una riforma'
IL PROGETTO FALLITO UN ANNO E MEZZO FA - Reichart parla anche della comunicazione relativa al progetto lanciato un anno e mezzo fa e rapidamente fallito: "Il clima di minacce e sanzioni, messo subito in atto dall’Uefa e da alcuni governi, aveva impedito di impostare un confronto. Dopodiché oggi ci presentiamo con un’evoluzione di quel progetto, con un torneo aperto e con un approccio completamente diverso. Nel frattempo le critiche di chi avversa una competizione alternativa si sono basate su concetti errati che oggi siamo qui per chiarire. E il consenso nei confronti di qualcosa di nuovo è aumentato, perché molti si rendono conto dei problemi che vive il mondo del calcio, oltretutto acuiti dalla pandemia. C’è una crescente e palpabile consapevolezza della necessità di riforme nel mondo del calcio. E noi proponiamo le nostre idee, pronte a dare loro forma insieme ai nostri interlocutori".
NUOVO FORMAT? - Un nuovo format per la Superlega dunque? Non secondo Reichart: "No, esiste una nostra idea, che si basa su un torneo aperto, con retrocessioni e promozioni, che possa essere più attraente per il pubblico, più coinvolgente e meglio spendibile a livello globale. Ma siamo qui per ascoltare, per analizzare le idee di tutti e non per imporre un format, ma per costruirlo insieme. Un campionato dell'Unione Europea? I regolamenti dentro i quali ci muoviamo sono quelli dell’Unione, quindi sì, si potrebbe definire anche in quel modo, ma il nostro è un modello inclusivo, quindi non ci sono preclusioni di alcun tipo".
CONFRONTO CON UEFA E FIFA - Un passo delicato è il confronto con UEFA e FIFA, al quale la Superlega non intende sottrarsi: "Se parleremo con Ceferin? Certo. Beh, se lui vorrà ovviamente - continua Reichart -. Al momento gli abbiamo spedito una lettera che lui ha ricevuto e ha fatto sapere che risponderà a tempo debito. Aspettiamo. E con Infantino? Certamente. Parleremo con tutti coloro che hanno a cuore il futuro del calcio europeo, che è un problema anche di cultura. Il calcio è l’unico sport veramente globale nel mondo. È nato in Europa e si è espanso ovunque nel corso del secolo scorso, ora affronta una crisi di interesse, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Possiamo ignorarla, ma il risultato è che il calcio europeo finirebbe per diventare sempre meno rilevante e l’Europa stessa perderebbe un elemento importante della sua cultura".
DIFETTI DELL'ATTUALE SISTEMA DI COMPETIZIONI EUROPEE - Reichart smentisce possibili pericoli per i campionati nazionali, "linfa del calcio" e che "possono coesistere" con il progetto. Poi l'amministratore di A22 spiega i difetti dell'attuale sistema di competizioni europee: "Poche sfide fra grandi club, prodotto televisivo poco attraente nella prima fase nella quale ci sono troppe partite inutili ai fini della qualificazione e una prevedibilità troppo alta nella prima fase. Difetti che la riforma della Champions non corregge, ma semmai amplifica".
FLORENTINO PEREZ, ANDREA AGNELLI E JOAN LAPORTA - Qual è il ruolo di Florentino Perez, Andrea Agnelli e Joan Laporta? Reichart spiega: "Loro hanno iniziato il discorso un anno e mezzo fa, mettendo sul tavolo i problemi del calcio e nonostante le minacce e le critiche, anche feroci, sono ancora qui a farsi carico della loro responsabilità di club che guidano il calcio europeo, provando a migliorarlo e portarlo nel futuro".
LA SUPERLEGA SI FARA'? E QUANDO? - In definitiva, la Superlega si farà? E se sì, quando? "Questo sarà il mio, il nostro obiettivo nei prossimi mesi. Vedremo quale sarà la decisione della Corte Europea e noi saremo pronti. Io sono convinto che si farà, per il bene e la sopravvivenza del calcio. Sui tempi non riesco a fare una previsione precisa, ma credo che non si possa ipotizzare un inizio prima della stagione 2024-25", conclude Reichart.