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    Reggina, Cortinovis a CM: 'Aspetto l'Atalanta e faccio telecronache. Menez incanta, che ricordi i due gol al Barça'

    Reggina, Cortinovis a CM: 'Aspetto l'Atalanta e faccio telecronache. Menez incanta, che ricordi i due gol al Barça'

    • Francesco Guerrieri
    Tra i gioielli usciti dal settore giovanile dell'Atalanta c'è Alessandro Cortinovis, due scudetti e una Supercoppa Primavera con i nerazzurri. Classe 2001, prima stagione da professionista alla Reggina - 26 presenze, un gol e 2 assist - con la quale ha conquistato la salvezza e sogna i playoff: "E' un percorso che dovevo fare, sapevo che l'anno scorso sarebbe stato il mio ultimo anno di Primavera - racconta nella nostra intervista - Sto vivendo una stagione positiva, fatta di alti e bassi. Ora che abbiamo raggiunto la salvezza possiamo giocare più tranquilli e provare a raggiungere la zona playoff, anche se è molto difficile". Piedi per terra e testa sulle spalle per Cortinovis, giovane atipico a 21 anni: "Non mi piace usare molto i social e postare le classiche foto dei calciatori". Whatsapp? Anche lì, poco e niente: "Il più attivo della chat squadra è Tumminello che manda sempre tanti stickers, quello che scrive meno sono io". Sguardo puntato sul campo, con l'obiettivo di crescere ancora. Il segreto: "In campo cerco di divertirmi come quando giocavo da piccolo all'oratorio".

    E quando segnava all'oratorio della Polisportiva Monterosso faceva esultanze particolari per imitare qualche giocatore?
    "No, ma mentre giocavo facevo la telecronaca della partita. E' una passione che ho sempre avuto, la faccio anche quando gioco alla Play. Un giorno mi piacerebbe fare il telecronista alla Pardo".

    A 8 anni andò all’Inter, come mai è andato via dopo soli due mesi?
    "Prima di andare all'Inter avevo fatto un provino con l'Atalanta che però non mi fece sapere nulla, così andai a Milano ma quando mi richiamarono da Bergamo decisi di andare lì. Essendo bergamasco preferito giocare con l'Atalanta, e anche per la mia famiglia era più comodo accompagnarmi e venirmi a riprendere".

    Ma è vero che tifa Inter? 
    "Quando ero più piccolo sì, ora diciamo che è una simpatia".

    Ha seguito la gara con la Juve?
    "Sì, l'ho vista insieme a Turati che tifa Inter. Non ero troppo fiducioso, ma per fortuna è arrivata la vittoria".

    Quanto ci crede allo scudetto?
    "Non dico nulla, ma è chiaro che si può fare...".

    Nel 2015-16 ha segnato una doppietta al Barcellona nel Memorial Scirea.
    "Anche se avevo 15 anni ed era solo un torneo, è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Ancora oggi ricordo tutto, è stata una gioia immensa".

    La Masìa è uno dei settori giovanili migliori al mondo, chi c'era in quella squadra?
    "Ansu Fati, Bernabé, che ora sta facendo bene a Parma, ed Eric Garcia. Diciamo che era una squadra niente male".

    In estate ha lasciato Bergamo dopo 14 anni, quanto è stato difficile? 
    "Sinceramente pensavo peggio. Ho sempre vissuto a casa insieme ai miei, andare da solo, così lontano, è stato un salto importante. Qui a Reggio però mi sono ambientato subito bene, anche grazie alla città e ai compagni di squadra".

    Qual è la cosa che le manca di più della sua città?
    "Le persone: gli amici e la mia famiglia, che ogni tanto mi viene a trovare".

    In un post Instagram ha scritto “non doveva finire così”. A cosa si riferiva? 
    "Avevamo perso la finale scudetto Primavera, dopo questo viaggio bellissimo volevo chiudere bene il cerchio".

    Dal centrocampo in su ha giocato in tanti ruoli fin da piccolo, qual è il suo preferito? 
    "Orami trovo molto bene a fare la mezz'ala offensiva".

    Se le dico 2/3/2022? 
    "Il primo gol in Serie B. Che emozione! E' arrivato in casa davanti ai nostri tifosi, è stata una liberazione perché era diventato quasi un peso. Durante tutto l'anno avevo avuto qualche occasione ma questo primo gol non arrivava mai, ora che ce l'ho fatta spero di essermi sbloccato".

    Con chi vive a Reggio? 
    "Sono da solo".

    Come se la cava in cucina?
    "Fino all'anno scorso non sapevo fare nulla, ora qualcosina sto imparando. Diciamo che ho sfrutto molto il servizio pranzo e cena che c'è al Campo Sant'Agata, però un giorno a settimana mi metto ai fornelli".

    Il piatto che le riesce meglio?
    "Si chiamano uccelli scappati, sono degli involtini di carne con pancetta e formaggio".

    Gioca alla Play?
    "Si, soprattutto a Fifa nella modalità Pro Club. Ho creato il mio personaggio e gioco con lui: un terzino destro di spinta che non torna mai".

    Tatuaggi? 
    "Non ce li ho e non penso di farli, non ne sento la necessità".

    Chi è il compagno che le dà più consigli?
    "Quello con cui mi confronto di più è Turati, ma anche lui ha poca esperienza. La mia guida è Hetemaj, è il giocatore che mi sprona di più e mi riempie di consigli. Da lui imparo sempre tanto".

    E il giocatore con più talento?
    "Senza dubbio Jeremy Menez. E' di un'altra categoria, un livello incredibile. In allenamento riesce sempre a stupirmi, ogni volta si inventa qualcosa".

    La giocata che l'ha lasciata a bocca aperta?
    "Quando in allenamento mi ero smarcato, lui però stava guardando da tutt'altra parte ma non so come è riuscito a darmi una palla filtrante che nessuno si aspettava. Un no look pazzesco, non chiedetemi come abbia fatto".

    Le piacerebbe tornare all’Atalanta? 
    "Sono ancora dell'Atalanta, il cerchio non è ancora chiuso. Sono molto legato a Bergamo, per me sarebbe un onore e una bella soddisfazione giocare con quella maglia".

    L’ultima volta che ha parlato Gasperini? 
    "Quando ho fatto qualche giorno in ritiro con la prima squadra".

    Si sente ancora con qualche ex compagno?
    "Certo, siamo molto legati. Ghislandi che oggi è alla Turris è un mio grande amico, siamo cresciuti insieme e quando possiamo cerchiamo di vederci. Con quel gruppo abbiamo una chat Whatsapp ma è da un po' che è silenziosa, però sarebbe bello un giorno ritrovarci tutti insieme". 

    Aver giocato un anno in più in Primavera da fuoriquota l'ha aiutata o penalizzata?
    "Non mi pento di aver fatto il fuoriquota. Quell'anno ero capitano e mi ha aiutato ad aumentare le mie caratteristiche da leader, la fascia mi ha dato più responsabilità sia dentro che fuori dal campo".

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