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    Real Madrid: Modric e la maledizione del 10

    Real Madrid: Modric e la maledizione del 10

    • Alessandro Creta
    Mondiale 1958, pancia dello stadio Rasunda di Stoccolma, spogliatoio del Brasile. Un funzionario Fifa uruguagio sta distribuendo le magliette ai giocatori brasiliani seguendo la distinta che i verdeoro avevano compilato con i nomi ma non con i numeri. Giunto alla maglia numero 10 (fino a quel momento storico un numero come tanti altri) il delegato chiede ad un ragazzo di 17 anni come si chiamasse. “Edson Arantes Do Nascimiento” la riposta, “ok, questa la prendi te”. Due ore dopo la 10 era diventata la mistica del gioco, perché nessuno aveva mai fatto sul campo quello che fece quel ragazzino che entrerà a gamba tesa nella storia del calcio come Pelé.

    Se fino ad allora infatti quel numero non aveva avuto un significato particolare al termine di quella gara il 10 diventò LA DIECI, la maglia con maggiore prestigio e significato di questo sport. 

    In quegli stessi anni, precisamente dal 1956 al 1960, una squadra in Europa diventava leggenda come quella maglia. Era il Real Madrid che infilava il record di Coppe Campioni vinte consecutivamente (5): era la squadra di Puskas, Di Stefano, Gento, tutti grandi campioni che hanno dato il via ad una squadra che si sarebbe confermata mitica nel corso degli anni.

    Figuriamoci dunque quanta importanza può avere non solo giocare nel Real Madrid, ma nel Madrid indossare anche la numero dieci. E’ il destino che dalla prossima stagione toccherà a Luka Modric, leader del centrocampo di Zidane che sveste la 19 per invertire la rotta della dieci; indossata nelle ultime stagioni da giocatori non rivelatisi all’altezza non solo di quel numero ma anche del Real.
    L’ultimo vero campione fu Figo che la portò sulle spalle fino al 2005; poi una sorta di maledizione sulla Diez, maledizione che Modric, il “Crujiff croato”, deve riuscire a spezzare.

    Lo stesso anno dell’addio di Figo infatti il Real acquisto dal Santos per 30 milioni Robinho, al tempo considerato erede di Pelè. A chi se non lui quindi affidargli la maglia che O Rey ha reso mitica? Purtroppo i piani si scontrarono con la realtà: 3 stagioni tra alti (pochi) e bassi (molti) e appena 25 gol; prestazioni non all’altezza che portarono Binho a trasferirsi al Manchester City.

    La dieci troverà subito un nuovo possessore: è Wesley Sneijder, giovane trequartista olandese, che rimarrà al Bernabeu appena 2 stagioni. Il giocatore paga anche le difficoltà di una squadra che non viveva certo il suo miglior periodo, sia tecnico che societario. 52 le presenze di Sneijder col Real e 11 gol, il trasferimento poi all’Inter dove, la si, con la dieci riuscirà a scrivere la storia.

    Nell’estate del 2009 in cui arrivarono a Madrid Ronaldo, Benzema e Kaka fu sorprendente la scelta di affidare la prestigiosa maglia numero dieci a Lassana Diarra, il giocatore probabilmente meno tecnico di quella squadra e dunque meno adatto ad indossarla. Tecnici furono però i suoi successori ma, come gli altri, non riuscirono a brillare con quel numero sulle spalle. Parliamo di Ozil e James Rodriguez, quasi figuranti nelle loro stagioni al Bernabeu non certo all’altezza delle aspettative e delle cifre sborsate per portarli in Spagna.
    Con la recente partenza del colombiano la dieci era tornata vacante: la decisione pochi giorni fa di Zidane, di comune accordo con lo spogliatoio, di affidarla a Luka Modric.

    Ce la sentiamo di farla una scommessa; che Modric cioè riuscirà ad invertire la rotta e a far tornare grande una maglia che ha il mito nel suo Dna e che attende da 12 anni un giocatore degno di poterla indossare.
    Quando si parla del “Crujff croato”, però, la scommessa paredi facile riscossione…

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