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L'estate nera del Real Madrid: da Zizou e Ronaldo a Modric, Perez trema
ZIDANE - Galeotto fu Zizou, il primo a creare grattacapi all'autoritario Perez: l'allenatore francese a fine maggio ha annunciato il suo addio, lasciando senza guida tecnica la società. Si prosegua con ordine: nel 2016 diventa allenatore della prima squadra, vince una Liga e una Supercoppa di Spagna, 2 Supercoppe Europee, 2 Mondiali per Club e soprattutto 3 Champions League consecutive (che fanno da eco alla decima vinta da Ancelotti, per un totale di 4 negli ultimi 5 anni) e poi molla, senza rimpianti. Abbandona la casa blanca all'apice del successo, da vincente. Emblematiche le parole del presidente: "E' una decisione totalmente inattesa, specie dopo aver vinto la terza Champions League di fila. È un giorno triste per noi", dichiarazioni che spiegano sia lo stato d'animo, atterrito, di Perez, sia la sua impreparazione. Forse però Zidane ci aveva visto più lungo di tutti... .
RONALDO - L'ex allenatore del Real conosceva il malcontento di Cristiano, ben prima della finale vinta con il Liverpool. La salida di Ronaldo dal Bernabeu ha due nodi cruciali: il fisco spagnolo e il mancato rinnovo. L'asso portoghese si è sentito poco tutelato dal presidente nel corso della sua diatriba con l'agenzia delle entrate, come spiega lo scrittore e biografo di CR7, Guillem Balague: "Si aspettava maggiore protezione da parte del Real Madrid, si è sentito indifeso. In società hanno sempre risposto: "Sono problemi tuoi con il fisco, cosa possiamo fare noi?". La questione del rinnovo anche ha inciso. Il presidente non ha mai assecondato le richieste del portoghese, portando avanti un braccio di ferro, rimasto irrisolto: Messi ha rinnovato con il Barcellona, per un ingaggio di 45 milioni netti e Neymar ha accettato l'offerta milionaria del Psg, incassando 37 milioni l’anno, relegando il 5 volte pallone d'oro al terzo gradino del podio. Posizioni contrastanti che hanno portato Ronaldo a cambiare aria e scegliere la Juventus, per cercare l’amore che non sentiva più a Madrid.
MODRIC - Ad infittire le nuvole sul Bernabeu ci si mette anche Luka Modric. Il croato sta meditando se intraprendere una nuova avventura: col Madrid ha raggiunto l'apice e ci è rimasto per anni, ma adesso, intravedendo la fine del ciclo blanco, può anche decidere di andare a giocare altrove. Domani Modric tornerà a Madrid, mercoledì parlerà con Perez: la situazione del 32enne è paragonabile a quella di CR7: se sarà lui ad esporsi con la dirigenza, chiedendo la cessione, ecco che si potrà inserire l'Inter. Le dichiarazioni di Perez: "Per portare via Modric servono 750 milioni", parole che suonano come una minaccia di chi, piano piano, sta perdendo certezze, colpito a più riprese dai suoi uomini chiave ed incapace di reagire... Florentino fa la voce grossa, ma sa bene che la volontà del mago di Zara sarà fondamentale. Can che abbaia, non morde.
KOVACIC - Ironia della sorte, proprio nei giorni in cui si paventa l'uscita da Valdebebas di Modric, il classe '94, che negli anni è stato relegato al ruolo di vice dell'ex Tottenham, può lasciare Madrid. L'ex Inter è nel mirino del Milan: il ds Leonardo vede nel croato la chiave di volta da inserire a centrocampo. Da parte del giocatore c'è la volontà di cambiare aria, maturata ben prima del "caso Modric". In dirigenza al Bernabeu però non hanno gradito l'atteggiamento dell'entourage di Kovacic ed hanno messo dei paletti chiari: non meno di 50 milioni di euro, senza possibilità di dilazionare il pagamento in più tranches. L'irrigidimento su Kovacic è frutto dell'estate burrascosa: Perez non vuole concedere altri "favori", vuole mostrarsi intransigente. In casa Real Madrid c'è forte tensione: gli addii di Zidane e Ronaldo, le voci su Modric e la volontà di Kovacic. Situazione paradossale per chi ha vinto tanto, dominando l'Europa: tocca a Perez tornare dagli Usa per cercare di fermare questo fuggi fuggi. Vincere porta a vincere, ma nulla dura per sempre.
@ChriMasotti