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    Caso Lukaku, il razzismo non si placa: ecco le scene più eclatanti in Serie A

    Caso Lukaku, il razzismo non si placa: ecco le scene più eclatanti in Serie A

    • Angelo Petruzzi
    “Siamo sempre lo straniero di qualcun altro. Imparare a vivere insieme è lottare contro il razzismo” scriveva Tahar Ben Jelloun, scrittore marocchino. Nonostante, siamo ormai un paese globalizzato, la disuguaglianza ne fa da padrona e non è più accettabile. Il caso di Lukaku a San Siro contro la Juve, dopo il calcio di rigore che porta sull’ 1-1 la semifinale d’andata di Coppa Italia, è solamente l’ultimo di tanti casi di cori razzisti rivolti ai calciatori. Il Belga ha twittato esprimendo il suo disappunto. Dal 2019 al 2023 non è cambiato nulla, augurandosi che la Lega possa prendere dei seri provvedimenti, sperando che si arrivi alla fine di questo scempio. In seguito, riportiamo alcuni dei più eclatanti episodi di razzismo avvenuti in Serie A: 
     
    IL CORO -  All'Olimpico, uno dei cori più famosi è quello inneggiato dai tifosi della Lazio ai danni dei cugini della Roma: “EMERSON CAFU' LIMA ZEBINA...QUESTA ROMA QUA…”.

    AL GIOCATORE SBAGLIATO - Lato giallorosso, un episodio di discriminazione è avvenuto nel corso della partita tra la Roma e il Milan del 2021.I tifosi della squadra di casa hanno pronunciato dei cori razzisti nei confronti di Zlatan Ibrahimovic, definito più volte ‘zingaro’. Lo svedese, dopo lo splendido gol, ha esultato in maniera polemica verso la curva avversaria. 

    SGUARDO DI SFIDA - Moise Kean, durante un Cagliari-Juventus del 2 aprile 2019, viene bersagliato da alcuni “tifosi” presenti allo stadio. Esultanza polemica dopo il 2-0 bianconero, con sguardo di sfida. Matuidi, compagno di Kean, pensa di abbandonare il campo per protesta e solidarietà. La beffa finale arriva due mesi dopo con la decisione di non sanzionare il Cagliari perché “è emerso che i cori in questione hanno avuto, durante la gara, una rilevanza oggettivamente limitata.”.
     
    ACCANIMENTO - Vittima per ben due volte l’ex difensore del Napoli, e capitano del Senegal. In casa della Lazio nel 2016, nonostante anche qui la momentanea sospensione del match, non è cambiato nulla. Curva chiusa per due turni e multa da 65mila euro. A San Siro, dicembre 2018, si gioca Inter-Napoli. Koulibaly bersagliato dalle solite “attenzioni” di alcuni sugli spalti. La gara non va avanti, i cori non cessano nonostante gli avvisi dello speaker, e Koulibaly si innervosisce e risponde con un applauso provocatorio al direttore di gara che lo ammonisce per la seconda volta.
     
    SUPER MARIO - Uno dei giocatori maggiormente preso di mira è sempre stato Balotelli. Nel novembre del 2019, durante un Verona-Brescia, l’attaccante italiano ha fermato il pallone con le mani e lo ha calciato verso la curva veronese. Super Mario non è riuscito a resistere dopo i continui insulti, ed ha minacciato di lasciare il campo. Successivamente, i suoi compagni e avversari sono riusciti a farlo calmare e la partita è continuata.
     
    IL PIANTO - Sempre i tifosi dell’Hellas sono stati protagonisti di un ulteriore episodio nel 2022, questa volta ai danni di Victor Osimhen. Dopo essere stato sommerso di fischi da inizio partita, l’attaccante del Napoli, dopo aver segnato, ha reagito mimando il gesto del pianto con le mani rivolto alla curva avversaria.
     
    LA DANZA - Solamente un’ammenda ai tifosi del Cagliari dopo l’episodio di Samuel Eto’o nel 2010. Nonostante la decisione dell’arbitro di sospendere la partita, i cori non son cessati. Il camerunese, dopo aver segnato un gol al ’39, ha mimato le movenze di una scimmia rivolto a chi lo stava insultando.
     
    IL DANNO E LA BEFFA - Kevin Prince Boateng è stato vittima di un episodio di razzismo durante un amichevole contro la Pro Patria. Il ghanese non è riuscito a mantenere la calma e, esattamente come Balotelli, ha scagliato il pallone contro lo spicchio di curva avversaria. Il match è stato sospeso immediatamente, ma la beffa riguarda i tifosi incriminati: dopo due anni, sono stati assolti perché il fatto non sussiste. 
     
    IL PARADOSSO SVENTATO - Un caso che ha fatto molto scalpore riguarda Sulley Muntari. Il centrocampista, all’89 del match tra Pescara e Cagliari del 2017, fa notare al direttore di gara la sua intenzione di lasciare il campo. L’arbitro non lo asseconda, e dopo aver protestato anche con il quarto uomo, decide di ammonire l’ex Milan che picchiava la sua mano sul braccio per indicare il colore della pelle. A questo punto, il calciatore ha completamente perso le staffe ed ha lasciato il campo, venendo espulso. È il primo caso nella storia di espulsione per reazione a insulti razzisti, con la beffa della squalifica per una giornata, poi tolta dalla Corte d'appello della Federcalcio.
     
    LE SCUSE - Campionato 2005-06, il Messina ospita i nerazzurri. Al 66’, Zoro, difensore ivoriano, prende il pallone in mano ed esce dal campo, stanco e stufo dei continui "buu” razzisti da parte dei tifosi nerazzurri. A placarlo, gli interisti Adriano e Martins, riuscendoci a fatica. Nel post-partita, l’ex vicepresidente interista Giacinto Facchetti chiede scusa a Zoro a nome di tutta la società.
     
    GRANDE UOMO - Roma-Sampdoria, 52° minuto: l'arbitro estrae il cartellino giallo nei confronti di Murillo per doppia ammonizione. Stankovic protesta vistosamente, soprattutto per la prima ammonizione al difensore. A quel punto, la Curva Sud dell'Olimpico inizia a insultare l'allenatore serbo, ma immediatamente interviene José Mourinho (allenatore di Stankovic ai tempi dell'Inter) chiedendo ai tifosi di smetterla. Questi cori sono, comunque, costati alla Roma otto mila euro
     
     
     

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