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Rashford, la testa e il cuore dello United: ansia per il rinnovo, l'ombra del PSG
NUMERI MOSTRUOSI - Lo dicono i 24 gol e 9 assist messi insieme finora in stagione (la migliore dal punto di vista realizzativo in carriera), lo si nota ancor di più guardando i numeri del ritorno in campo dopo i Mondiali in Qatar: 15 gol e 5 assist come nessuno in Europa. Un segno delle doti tecniche e atletiche di Rashford, ma il suo segreto è tutto in quell'esultanza che anche oggi ha esibito a Wembley (nonostante a tabellino non risulti poi marcatore): un dito a indicare la testa, perché "Il calcio ha probabilmente a che fare per il 95% con la tua mentalità. Per me questo è tutto ciò che ti dà la base per andare in campo a giocare. Senza l'aspetto mentale stai solo giocando con la tua qualità", come ha spiegato lui stesso. "Ci sono tanti giocatori bravi e di qualità ma senza la giusta mentalità e questo tipo di attenzione non si va allo step successivo. Personalmente mi sono concentrato molto sulla salute mentale e ho capito quanto sia importante curare mente e corpo. La mia esultanza col dito sulla testa è proprio per questo". Una spiegazione chiara e semplice, nella quale è racchiusa tutta l'essenza di Marcus Rashford. Un campione esploso anche tardi guardando i ritmi del calcio moderno (25 anni), ma che sta dimostrando una completezza che ha pochi eguali al mondo in quella posizione e una costanza quasi meccanica nei numeri, che lo hanno portato ad essere uno dei giocatori più redditizi guardando il numero di punti generati per ogni gol realizzato (oltre un punto per ogni marcatura, meglio di Haaland).
REBUS FUTURO - Numeri impressionanti che inevitabilmente hanno riacceso i riflettori sull'attaccante anche in chiave futura. Perché è vero che lo United ha messo il rinnovo del suo contratto - ora in scadenza nel 2024 dopo l'opzione unilaterale esercitata dai Red Devils - in cima alla lista delle priorità a prescindere dall'evoluzione delle vicende societarie, ma la firma ancora non c'è e questo lascia la porta aperta agli interessamenti di lusso che arrivano dall'estero. Il Paris Saint-Germain aveva già provato ad approcciarlo la scorsa estate per regalarlo a Kylian Mbappé, con cui c'è un rapporto di forte stima umana e professionale, e a maggior ragione può tornare alla carica in vista della rivoluzione e la rifondazione di un nuovo ciclo senza Messi e Neymar. C'è il PSG ma anche in Spagna le pretendenti non mancano, il Barcellona è un estimatore di vecchia data e lo stesso si può dire del Real Madrid specie dopo il fallimento dell'affaire Mbappé. L'urgenza dello United diventa inevitabilmente massima, con la consapevolezza che anche i 140 milioni di euro paventati dalla stampa britannica come potenziale prezzo in caso di fumata nera per il rinnovo non sono un deterrente sufficiente. Confermare il 25enne è una necessità, per tutto quello che Rashford rappresenta per il club. Ha riempito il vuoto lasciato da Cristiano Ronaldo, un vuoto che comunque nemmeno il portoghese non era mai riuscito a colmare dal suo ritorno, ma qualcuno azzarda di più e vede in lui il potenziale erede di Wayne Rooney come simbolo della storia United. Perché Marcus è unico per i Red Devils e per la città, che non perde occasione di celebrare il suo costante impegno sociale per la lotta alla povertà e lo sviluppo dell'istruzione giovanile. Tutto parte dalla testa d'altronde, ma Rashford è anche il cuore del Manchester United: fallire la missione rinnovo non è un'opzione, Ten Hag e la dirigenza si giocano il tutto per tutto.