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Ranieri: "Pellegrini soffre i tifosi, ma va tenuto stretto. Il derby è la partita che conta di più"
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Ha recuperato tutti? Cosa rappresenta per lei il derby e per la squadra? “Recuperati tutti tranne Celik che ha la febbre e vediamo domani. Il derby rappresenta tutto quello che può pensare un tifoso. È la partita clou, che uno sente di più. Loro stanno vivendo un momento eccezionale, giocano in velocità e sono temibili. Il derby fa sempre storia a sé”.
Lei aveva detto che dicembre ci dirà che siamo, il mese è finito. Chi siete? Un aneddoto sul derby? “Da ragazzo andavo a vederlo in Curva Sud che prima era per trequarti romanista e per un quarto laziale. Si aspettava ‘Dante’ il capo tifoso che iniziava ad alzare i cori. C’erano gli sfottò, non il resto. A dicembre ci siamo ricompattati e stiamo lavorando per eliminare dei difetti. Non siamo ancora al 100% ma abbiamo rimesso la nave in navigazione. Dove potrà arrivare non lo so, non ho mai promesso niente di che alla mia squadra. Solo di dare il massimo”.
Lei ha giocato dei derby a Roma quando la squadra giocava lo Scudetto. Domenica avrà un altro valore. Questa cosa la agita di più? “Se vale solo per i tifosi vale anche per me. Non mi tranquillizza, mi dà l’emozione di sempre. Il derby è il derby. Loro ci tengono a vincere ma anche noi. Abbiamo tutti vissuto altri tipi di derby ma in queste partite si azzera tutto. Lo vivo con la stessa voglia di far bene. L’agitazione non è una buona motivazione. Lo è la consapevolezza della forza dell’avversario e la voglia di fare meglio”.
Domani potrebbero esserci alcuni debuttanti nel derby, è un vantaggio uno svantaggio? “Il vantaggio è mettere dei giocatori che stiano bene fisicamente e che facciano reparto. L’importante è che stiano bene e che siano in connessione l’uno con l’altro. È quella la mia ricerca”.
Perché Pellegrini non gioca? “È una considerazione che faccio io psicologica. Tecnicamente è uno dei più forti in Europa. Non sono tanti i centrocampisti che segnano e vanno tenuti stretti. Soffre questo fatto dei tifosi e io devo tenere presente se queste cose gli scivolano via o no. Lui si carica tutti i problemi e dovrebbe giocare con naturalezza. Solo così può tornare il giocatore che è. Lui si porta dei macigni, se fa un mezzo errore lui viene caricato di negatività e di responsabilità. Se sbagliano i beniamini non succede niente. Devo tenere conto di questo, il giorno che lo vedo sereno giocherà. Non ho avuto problemi a metterlo a San Siro e stava per segnare. Ha la capacità di arrivare a fare gol nel momento giusto”.
La Lazio ha qualità nelle corsie esterne. Sta pensando a qualcosa di particolare? “La squadra di Baroni ha trovato il bandolo della matassa. Sono bravi sugli esterni e centralmente. È tutto l’insieme da tenere in considerazione e lo farà anche Baroni”.
C’è un’analogia col derby di novembre del 2010 quando la Roma arrivò sotto in classifica? “I derby si caricano da soli perché i tifosi te lo fanno vivere. Abbiamo perso il Tre Fontane per incontrare i tifosi non per avere uno stimolo per il derby. In ogni partita ci danno l’affetto e l’amore che cerchiamo di ripagare. Loro sono in alto e hanno la consapevolezza di arrivare in Champions. Voglio restare su in classifica, ogni derby è diverso. Non conta la classifica. Conta solo quando l‘arbitro fischia e ci saranno diverse partite nella partita”.
Conterà la sua esperienza in panchina? “Non è determinante. La Lazio va col pilota automatico. Baroni sentirà la bellezza del derby da allenatore ma tutto qua. Lui gioca col pilota automatico”.
Nelle ultime settimane c’è stato un riavvicinamento da parte della piazza. La pace è fatta? “Siamo tutti uniti dalla società allo staff medico. Tutti spingiamo per far bene e anche i tifosi stanno facendo la loro parte. Abbiamo fatto pace? Una volta si diceva ‘la Roma non si discute si ama’ e io l’ho sempre amata nel bene e nel male. Ricordo da bambino un presidente fece la colletta e quei tifosi diventarono tifosi vitalizi. I Friedkin hanno messo tanti soldi ed ora di dargli qualche soddisfazione”.
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