'Mercato? Moratti non si tira indietro'
Intervenuto telefonicamente a "Radio Anch'io Sport", trasmissione radiofonica di Rai Radio 1, Claudio Ranieri commenta innanzitutto il successo conquistato ieri dall'Inter sul campo sel Siena. "È stata una vittoria della volontà, dell'umiltà e della consapevolezza dell'affrontare una squadra molto difficile, che era reduce da undici partite nelle quali aveva sempre segnato, tranne che in quella contro la Juventus. Sapevamo di dover affrontare un muro e, a mio parere, la squadra ha giocato una buona gara perchè non era semplice entrare negli ultimi 25 metri di questo muro, avversario. È servito avere scaltrezza per trovare il vantaggio al 90'. Solo una squadra che davvero vuole vincere, ci riesce".
Un commento all'allenatore nerazzurro viene chiesto anche sulle percentuali del possesso palla dei nerazzurri sul campo dell'"Artemio Franchi", che ieri ha fatto registrare il 65%: "Quando sono arrivato all'Inter - spiega Ranieri -, si faceva molta critica al fatto che la squadra calasse nella ripresa, poi si diceva che calava solo nell'ultima mezz'ora. Certo, che far gol al 90' contro il Siena - che aveva giocato una gara di Coppa Italia, ma aveva 11/11 della formazione schierata contro di noi nuovi, mentre noi avevamo giocato una partita di Champions League e siamo tornati a Milano all'alba del mercoledì -, qualcosa significa. Abbiamo fatto possesso palla perchè non potevamo andare all'arrembaggio scriteriato perchè il Siena è messo bene in campo e per questo bisogna davvero fare i complimenti a Giuseppe Sannino".
"In questo momento non sono preoccupato per la condizione fisica della mia squadra perchè vedo che ci stiamo riprendendo e stiamo facendo bene anche contro le avversarie più provinciali, quelle che tradizionalmente hanno un gioco più fisico". Claudio Ranieri continua la sua analisi durante il collegamento telefonico nel corso della trasmissione radiofonica "Anch'io Sport" su Rai Radio 1. "Sono più preoccupato per l'aspetto mentale - continua Ranieri -, perchè, come ho già detto in altre occasioni, c'è stato un cambio di allenatore e si corrono dei pericoli quando vada giù l'autostima sotto il peso della pressione. Adesso stiamo facendo bene e quando sono arrivato non era scontato. Certo che se poi facciamo sempre i conti con l'Inter che ha vinto tutto, saremmo davvero ingenerosi con questi ragazzi perchè possono esserci stagioni nelle quali si vince tutto e altre nelle quali no".
Tredici i punti conquistati in campionato da Ranieri dal suo arrivo sulla panchina dell'Inter, ma di strada da fare ce n'è ancora tanta: "Bisogna continuare a vincere le gare che restano da qui alla pausa natalizia. Sabato ci aspetta l'Udinese, un'altra meraviglia del calcio italiano. Come ho detto ai ragazzi dobbiamo pensare partita dopo partita perchè solo se continuiamo a vincere potremo continuare a coltivare il sogno e avvicinarci alle squadre che ci stanno davanti".
Lo spirito di ricostruzione è alla base del percorso professionale da allenatore di Claudio Ranieri che, a proposito, spiega: "Sono strafelice della mia carriera, ma evidentemente il ruolo di aggiustatore è un po' il mio karma. Sono andato ad allenare il Cagliari e siamo tornati in serie A partendo dalla C, poi sono stato scelto dal Napoli dopo Maradona, poi c'è stata la Fiorentina, con la quale ho vinto una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Poi sono andato al Valencia e l'ho portato a vincere la Coppa del Re la Supercoppa europea. Sono stato chiamato poi al Chelsea, dove non c'era Abramovich, e per fortuna abbiamo vinto l'ultima gara contro il Liverpool e ci siamo qualificati per la Champions League: questo ha fatto sì che il magnate russo comprasse il club che altrimenti dopo due giorni sarebbe fallito. Poi il Parma e adesso c'è questa impresa con l'Inter, bella, affascinante. Difficile lavorare con un gruppo spremuto da Mourinho? Io sono sono convinto che lui non lo abbia spremuto, non vedo una squadra che ha mollato mentalmente. Questo non significa che vinceremo di nuovo tutto, ma posso dire che nel gruppo nerazzurro la voglia di vincere c'è. Mi hanno chiamato il "normalizzatore" e a a me questo compito mi entusiasma perchè la costruzione di una squadra non è mai semplice, devi avere un equilibrio notevole. Sono conteno di essere stato scelto dall'Inter".
Scudetto no, scudetto sì. Inter no, Inter si, almeno fino a che la matematica lo permette: è anche questo pensiero che Claudio Ranieri confessa durante il suo intervento nella trasmissione radiofonica "Anch'io Sport" su Rai Radio 1. "L'Inter viene da annate eccezionali, annate nelle quali è stata sempre al vertice, se fosse stata una provinciale non avremmo potuto dirlo, avrei detto piuttosto che credevo nella salvezza. Io però vedo che la voglia dei ragazzi è quella giusta ed è per questo che ci devo credere, almeno finchè matematicamente potrò farlo. Certo è che le squadre che ora sono davanti a noi dovranno rallentare. Non voglio illudere i tifosi, non vendo fumo, ma questa è una squadra che ha ancora tanto da dire e tanto da dare".
Si passa poi a parlare di Weslery Sneijder ("non so se sarà recuperato prima della pausa natalizia, ma questa volta gli darò dei turni di riposo per farlo allenare nella maniera migliore") e del peso che hanno potuto avere i numerosi infortuni in casa Inter sul percorso in campionato: "Certo che pesano - replica Ranieri -, perchè in questa situazione, nei momenti più difficili, sono costretto a utilizzare i giovani che devono aspettare un pochino e sta a me metterli nel momento giusto per non bruciarli. In questo momento devono o essere i campioni a portarci fuori dalle sabbie mobili con la loro esperienza. Devo dire che i giovani stanno facendo ottime cose perchè se abbiamo passato il girone di Champions League e, a fatica, stiamo risalendo in campionato significa che il loro contributo è importante".
Dal presente, attraverso Luis Enrique, Ranieri torna indietro nel tempo. "Vedo l'allenatore della Roma con molta simpatia perchè mi ricorda la mia esperienza a Valencia, dove io portai la mentalità italiana e in 15 giorni abbiamo battuto due volte il Barcellona. Io dicevo "voi avete la palla per il 60 per cento del tempo, ma io nel 40 vi faccio più tiri e più gol...". Certo io non cambiavo così spesso tutte le formazioni, avevo trovato un undici ideale e continuavo a spingere con quello".
Dalla Roma al binomio Milan-Juventus: "Difficile dire quale delle due sia più forte - ammette il tecnico nerazzurro -. Il Milan ha vinto il campionato lo scorso anno, si è ripreso dopo una partenza no. La Juventus dopo anni di purgatorio, ha speso tanti soldi e adesso forse sta riuscendo a far quadrare il cerchio. Ma noi vogliamo provarci". Magari anche riproponendo sul terreno di gioco quello stesso modulo che portò l'Inter a vincere il triplete. "Questa squadra si riconosce nel modello tattico di Mourinho - spiega Ranieri -, certo io non ho Eto'o e quando avrò tutti i giocatori a disposizione vedremo se potrò replicare il piano tattico con cui l'Inter vinse tutto. Se sono necessari degli innesti? Ho chiesto a chi di dovere di valutare benissimo la rosa che ho a disposizione. Se poi avrò bisogno di qualcosa, sono convinto che il presidente Moratti non si tirerà indietro".
Sul finale, ancora attualità, ma poco più lontana dal campo. Come nessuno può, neanche Ranieri sa se il tavolo della pace indetto dal CONI e dalla FIGC per il 14 dicembre potrà portare a qualcosa, ma si augura che "se si chiama tavolo della pace sia davvero di pace, poi se si sotterrano le asce di guerra, questo non lo so, ma se si rispettano le cose si dovrebbe poter mettere la parola fine a questa brutta vicenda del calcio italiano".