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Ranieri entra nella storia della Fiorentina: 'Firenze tappa fondamentale della mia carriera. Non è una città violenta'
“Sono orgoglioso, qui a Firenze ho passato quattro anni stupendi. Alla lunga, queste cose fanno ancora più piacere: significa che hai lasciato il segno e che la gente ti vuole bene. Il ricordo più bello? Ce ne sono tanti, ma ricordo tanto quella notte in cui abbiamo vinto la Coppa Italia a Bergamo. Rientrati a Firenze, sapevamo che ci stava aspettando tanta gente allo stadio. Allora dissi ai ragazzi: ‘Facciamo una partitella tra di noi, dieci minuti, altrimenti come intratteniamo la gente?’. Arriviamo e vediamo tutto pieno, campo e stadio. Ricordo magnifico. Un rammarico? Quella semifinale con il Barcellona, ormai lo sapete. Eravamo contro grandi campioni, ci poteva stare perdere, ma non in quella maniera“.
E aggiunge: “Firenze mi ha lasciato dentro tutto, ero un ragazzo ambizioso e volevo arrivare ai massimi livelli. Per me è stata una tappa importante che mi ha fatto molto crescere. Cecchi Gori? È stato un amico, un presidente leale che mi ha voluto bene. Firenze violenta? Non la è mai stata, è stata sempre la culla della cultura, del buon senso, non posso dire che la sia. Se qualcuno dice che è violenta smetta subito“.
Infine ha poi concluso: “Il bello di Firenze è che c’è sempre da migliorare. La città te lo ricorda con una critica costruttiva, non ti puoi mai adagiare su quello che fai. Senza i tifosi e senza i giocatori che ho avuto, non sarei qua“.