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Ranieri: “È finito il tempo della Rometta, i Friedkin pensano in grande”
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ROMA, IL PUNTO SUL FUTURO DI PELLEGRINI
IL RETROSCENA SUL DERBY - “Avevo deciso di tenere Lorenzo in panchina, ma nei suoi occhi ho visto una luce diversa, ho capito che la voglia di esserci e di giocare, era enorme. Ho cambiato idea. È andata bene a entrambi. Diciamo che un po’ di esperienza me la sono fatta. Non c’è tecnica, né strategia. Viene tutto così naturale tra persone intelligenti. Di solito con i ragazzi me la cavo così: ‘Mi fido di voi e dopo facciamo il punto. Cercate il vostro fuoco dentro, un’occasione del genere non ricapiterà più. Non vergognatevi’. E loro non si vergognano”.
IL RITORNO A ROMA - “Ho deciso di tornare per rimetterla in moto e porre delle basi solide; la Roma deve tornare a lottare per qualcosa d’importante, per lo scudetto. È finito il tempo della Rometta, ora c’è la Roma, i Friedkin sono abituati a pensare in grande e io cerco di fare quello che so e posso. In un secondo tempo metterà la mia esperienza al servivo della società”.
LA CARRIERA DI RANIERI - “Ho girato il mondo, allenato dappertutto, da noi c’è sempre stata troppa tattica: giocatori ingabbiati, talenti frenati e spettacolo depresso. Le cose sono cambiate con la globalizzazione del calcio. Calcio globalizzato, non evoluto. Più informazioni per tutti e più omologazione. D’accordo sull’organizzazione difensiva, sulla personalizzazione dei compiti, ma poi in campo ci vanno loro. Che devono sentirsi bene e giocare con naturalezza, come sanno. Cosa vuoi che si possa dire a gente come Dybala, Del Piero, Totti? Ma anche a Hummels, Paredes, Pirlo, Lampard…”.
L’ANEDDOTO AL CHELSEA - “Una volta al Chelsea mi sono incavolato di brutto: feci volare il tavolo con tutte le vitamine, bottiglie e altro. Tavolo e sedie, non dico che sfasciai lo spogliatoio ma quasi… Nel secondo tempo di Como, invece, ho provato dispiacere: è stato un orribile secondo tempo. Ero molto amareggiato, la partita era cambiata e non siamo stati capaci di leggerla. Posso anche perdere, ma se c’è stata la prestazione l’amarezza passa più in fretta”.