Ranieri:| Cuoco o chef?
"Ragazzi, stasera si cena alle 18:00. Che nessuno arrivi tardi...". Di questi tempi mister Ranieri sembra più un "colorito" oste che un rinomato chef:
la Roma, di conseguenza, appare una creazione rustica e pesante, niente di paragonabile alle invenzioni da gourmet dei ristoranti di lusso. Il mister, realista come non mai, chiama al rancio, con la convinzione (forse più una speranza) che la squadra possa seguirlo, ovviamente"mangiando composta". Gli spettri che aleggiano ormai da settimane intorno alla sua figura, non fanno che acuire il senso di accerchiamento con cui il tecnico deve fare i conti dall'inizio dell'anno: tolti di mezzo Leonardo e, forse, Lippi, ciò che rimane è una piazza in subbuglio che necessita dirassicurazioni materiali, non solo di belle parole su determinazione e grinta. L'antipasto di Parma ha allargato smisuratamente il ventaglio dei dubbi sulla lucidità del momento nelle scelte dell'allenatore: ieri in conferenza Ranieri ha tentato di giustificare i cambi di Totti e Vucinic parlando di situazioni momentanee che richiedevano la presenza dell'uno piuttosto che dell'altro. Ci può stare, è ovvio che un mister difenda le sue decisioni andando, se necessario, contro il giudizio popolare: risulta poco chiaro, invece, quando parla di moduli e calciatori, sottolineando come la squadra ora come ora non possa fare altro che adottare un 4-4-2, a costo di snaturare le caratteristiche di alcuni interpreti. "Il cuoco cucina quello che ha, lo chef inventa" la metafora adottata per far capire il livello attuale della rosa, una via di mezzo tra una critica ed un'ammissione. Adesso, appurato che la Roma ha, almeno sulla carta, una varietà ed un assortimento da "alta cucina" e non da "fraschetta", il punto è: Ranieri si sente più un semplice cuoco o uno chef ambizioso? Il tempo, come al solito, darà la sua risposta.