Rabbia Bonucci: |'Combine? Non c'entro'
Quando si dice la difesa di squadra. Gigi Buffon rischierebbe le mani, i suoi pezzi migliori: «Con Leonardo non c’è nulla da consolare, perché ci conosciamo abbastanza bene e sulla sua onestà e integrità ci posso mettere le mani sul fuoco». Giorgio Chiellini: «Ci metto anche le mie». Non a caso quella juventina è la difesa meno battuta della serie A. Leonardo sarebbe Bonucci, che ieri mattina s’è ritrovato, sulle pagine di alcuni giornali, tirato in ballo nell’inchiesta del calcioscommesse. Senza essere indagato e, ne sono convinti in casa Juve, pure senza altre responsabilità. Lui fila via in silenzio dagli spogliatoi, dopo l’ultimo allenamento azzurro a Marassi, ma stupore e amarezza li aveva già confidati di buon mattino agli amici: «Mai fatto nulla, di quella storia non so niente». Per assurdo, anche in un momento in cui nulla avrebbe potuto sbagliare: se Udinese-Bari poteva apparire come il solito Luna park di fine campionato, per lui era uno degli ultimi esami che gli potevano far svoltare la carriera: «Ma siamo matti? Mi stavo giocando la Juve e il Mondiale del Sudafrica, figurarsi».
Buffon, che sa cosa significa essere nel mirino, arma la difesa, e l’indignazione: «Questo sta diventando un gioco al massacro. Con Leonardo non siamo amici decennali, ma c’è sintonia e su di lui potrei mettere le mani sul fuoco», ripete il capitano della Nazionale. Solo qualche settimana fa, del resto, altri tre ex campioni azzurri erano finiti «nel tritacarne» perché citati da un indagato dell’inchiesta. Che il giorno seguente aveva ovviamente corretto il tiro. Successe pure a De Rossi. Tra i giocatori ci si inizia a stufare. Se c’è gente che ha sbagliato e sta cominciando a pagare, c’è pure chi si sveglia la mattina e si ritrova dentro un brutto film, come nei migliori copioni di Hitchcock: l’innocente finito nei guai per beffardo destino. Dev’essere per questo che anche Cesare Prandelli gli ha allungato una mano: «L’ho visto dispiaciuto ma non provato - spiega il ct dell’Italia - e gli ho detto di stare tranquillo e sereno. Che non c’è nulla da preoccuparsi». Pensare che proprio in questi ultimi tempi s’è ripreso la maglia azzurra, che Prandelli gli aveva sfilato a inizio campionato: una fila di solide partite, gli ha di nuovo aperto l’arruolamento. Solo gli ultimi giorni l’hanno fregato: palla persa, e sfortunata deviazione sul gol del Milan, poi la brutta notizia sui giornali di ieri. Un incubo.
Leo applica il solito menù, come già aveva fatto la stagione scorsa e all’inizio di questa, quando tutti lo impallinavano: «Silenzio e lavorare». Anche se l’umore può essere storto: «Vedere pubblicato il proprio nome perqueste cose dà fastidio - aggiunge Alessandro Matri, altro collega juventino - ma Leonardo l’ho visto tranquillo». Da capitano, ed estremo difensore, per ruolo, il più deciso resta Buffon, che passa da ogni tv ripetendo l’arringa: «Il fatto che Bonucci non c’entri in questi discorsi mi sembra una cosa palese». La stessa convinzione che s’è fatta la Juve, e non a scatola chiusa, come può invece essere la fiducia di un compagno, per amicizia o spirito di gruppo. Da mesi, quel Bari edizione 2009/2010 è sotto la lente degli investigatori, ed è quindi ovvio che il club bianconero abbia seguito con attenzione vicende e atti dell’inchiesta, fin nelle sue più nascoste pieghe. Dev’essere per questo se ieri i bianconeri erano molto dispiaciuti, anzi arrabbiati, per aver visto tirato in ballo il nome di Bonucci, ma piuttosto tranquilli: né indagato, né coinvolto. Da rischiare le mani del miglior portiere del mondo.