Qui Toscana: 'Vieni a vaccinarti il 2 aprile', ma è solo un brutto scherzo. Io senza vaccino come l'amico Albertosi
Cronache da un mondo sottosopra dove quelli che erano giudicati come i migliori fanno la figura dei cioccolatai e viceversa. Metti, per esempio, La Toscana e la Lombardia, eccellenze da esportazione nel settore della Sanità. Franano miseramente nel burrone dei vaccini dentro il quale a spingerle sono i loro stessi amministratori. I danni, soprattutto psicologici, per i cittadini di queste due regioni non sono indifferenti.
Parlo della Toscana perché è qui che vivo da ormai dodici anni. Più esattamente a Pietrasanta, capoluogo artistico in pectore di quella Versilia che è stata e dovrebbe ancora rappresentare la cartolina della grande bellezza italiana, un poco come la Florida per gli americani. Il Covid qui ha picchiato duro e non molla la presa godendo ancora delle “abbuffate” che i gestori delle discoteche e delle balere gli avevano presentato su un piatto d’argento la scorsa estate. Qui il numero degli anziani è molto alto. Un popolo che da un anno e più sopravvive blindato in casa e che come unico svago ha una puntatina lesta al supermercato. Tutti in attesa del vaccino, unica via di fuga dal virus.
Eccolo, è arrivato finalmente. Le notizie che arrivano dalla tanto vituperata Roma e dal Lazio in generale sono confortanti. Per la regia di Zingaretti, la macchina vaccinale viaggia come una Frecciarossa. Persino Venditti e Zero hanno ricevuto la loro dose, per non parlare di Mattarella e di Draghi. Figurarsi da noi che siamo l’eccellenza, dicono i toscani. Peccato che, per esempio, il mio vicino di casa Enrico Albertosi ultraottantenne ed ex infartuato debba scrivere una lettera aperta ad un quotidiano per farsi notare. E’ ancora lì che aspetta una convocazione dalla ASL del territorio. Lui come tanti. E ai medici di base spettano sei fiale al giorno.
Poi, ieri, la grande notizia. Vaccinazioni aperte anche dai settanta in su, naturalmente con Astrazeneca (foto Ansa) la qual cosa mette un poco di ansia. Ma chissenefrega, mi dico, l’importante è farlo. Apro il portale del sito della Regione e mi iscrivo a razzo. In Versilia nessun centro. E dire che potrebbero aprire le discoteche serrate da un anno. Vabbè. Lucca è già in sold out. Mi arriva la risposta via email: venerdì 2 aprile alle 11,45 al Centro Fiere di Carrara che non è proprio dietro l’angolo. Va bene anche così, però. Un sottofondo di ansia è naturale, ma sono contento. Oggi, alle 15 e trenta, leggo sul sito di Repubblica che il governatore Giani ha annullato tutte le prenotazioni in programma per il primo e il due di aprile perchè le fiale del colosso aglo-svedese non sono arrivate. Si ricomincerà a vaccinare dopo Pasqua e quelli già iscritti, ventimila circa, finiranno in coda.
Un pesce di aprile in piena regola, insomma che non fa ridere. Provoca invece un bel po’ di rabbia e di vergogna il fatto che, dopo tante ore, nessuno dei responsabili si sia preoccupato di avvertire in qualche modo i poveri cristi che erano certi di poter vaccinarsi.
Parlo della Toscana perché è qui che vivo da ormai dodici anni. Più esattamente a Pietrasanta, capoluogo artistico in pectore di quella Versilia che è stata e dovrebbe ancora rappresentare la cartolina della grande bellezza italiana, un poco come la Florida per gli americani. Il Covid qui ha picchiato duro e non molla la presa godendo ancora delle “abbuffate” che i gestori delle discoteche e delle balere gli avevano presentato su un piatto d’argento la scorsa estate. Qui il numero degli anziani è molto alto. Un popolo che da un anno e più sopravvive blindato in casa e che come unico svago ha una puntatina lesta al supermercato. Tutti in attesa del vaccino, unica via di fuga dal virus.
Eccolo, è arrivato finalmente. Le notizie che arrivano dalla tanto vituperata Roma e dal Lazio in generale sono confortanti. Per la regia di Zingaretti, la macchina vaccinale viaggia come una Frecciarossa. Persino Venditti e Zero hanno ricevuto la loro dose, per non parlare di Mattarella e di Draghi. Figurarsi da noi che siamo l’eccellenza, dicono i toscani. Peccato che, per esempio, il mio vicino di casa Enrico Albertosi ultraottantenne ed ex infartuato debba scrivere una lettera aperta ad un quotidiano per farsi notare. E’ ancora lì che aspetta una convocazione dalla ASL del territorio. Lui come tanti. E ai medici di base spettano sei fiale al giorno.
Poi, ieri, la grande notizia. Vaccinazioni aperte anche dai settanta in su, naturalmente con Astrazeneca (foto Ansa) la qual cosa mette un poco di ansia. Ma chissenefrega, mi dico, l’importante è farlo. Apro il portale del sito della Regione e mi iscrivo a razzo. In Versilia nessun centro. E dire che potrebbero aprire le discoteche serrate da un anno. Vabbè. Lucca è già in sold out. Mi arriva la risposta via email: venerdì 2 aprile alle 11,45 al Centro Fiere di Carrara che non è proprio dietro l’angolo. Va bene anche così, però. Un sottofondo di ansia è naturale, ma sono contento. Oggi, alle 15 e trenta, leggo sul sito di Repubblica che il governatore Giani ha annullato tutte le prenotazioni in programma per il primo e il due di aprile perchè le fiale del colosso aglo-svedese non sono arrivate. Si ricomincerà a vaccinare dopo Pasqua e quelli già iscritti, ventimila circa, finiranno in coda.
Un pesce di aprile in piena regola, insomma che non fa ridere. Provoca invece un bel po’ di rabbia e di vergogna il fatto che, dopo tante ore, nessuno dei responsabili si sia preoccupato di avvertire in qualche modo i poveri cristi che erano certi di poter vaccinarsi.