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    Qui Old Trafford: dal sogno alla beffa, in mezzo ai tifosi dell’Atalanta

    Qui Old Trafford: dal sogno alla beffa, in mezzo ai tifosi dell’Atalanta

    • Marina Belotti, inviata a Manchester
    Allora era il 90’, c’erano in ballo le semifinali, era il Psg di Mbappé. Ma il mix di amarezza, rabbia e frustrazione che lascia subire una rimonta in Champions League contro una Big è sempre lo stesso, ed è difficile da mandare giù per i 600 che da Bergamo avevano visto tramutarsi in realtà l’impossibile nel teatro dei sogni. La prima mezzora all’Old Trafford se la ricorderanno per tutta la vita: zittire i 75mila reds non è certo cosa da poco, ma a un certo punto sembrava essere tornati agli stadi vuoti, si sentivano solo i ‘Bergamo’, gli ‘Atalanta alè’, i ‘Gasperini’ e gli ‘Ilicic’. Nello spicchio riservato agli orobici le magie di Zappacosta, Pasalic e Demiral hanno scatenato i nerazzurri, che sono tornati ad abbracciarsi come non succedeva da tempo. La voglia di invadere il campo era tanta, troppa, ma poi c’era il buonsenso: altri 45’ da giocare contro CR7, Rashford e compagnia, che tra un palo e una traversa li hanno fatti parecchio sussultare. Nella ripresa, a un certo punto, nessuno dei bergamaschi è rimasto più seduto: tutti in piedi, l’ansia era troppa. In quel tempo sospeso, hanno rivissuto le loro 24 ore a Manchester.
     
    LE 24 ORE A MANCHESTER- Svegli dall’alba per sbrigare lungaggini burocratiche, poi lo zaino da riempire con le bandiere e la corsa in aeroporto per prendere il primo volo e sottoporsi al tampone. Per l’emozione non hanno chiuso occhio in aereo, dove simpatici steward inglesi li hanno accolti con un ‘Forza Atalanta!’. Atterrati nella fredda terra inglese, hanno macinato km per addobbare di nerazzurro statue e monumenti per tutta Manchester, prima di prendersi un hot-dog al cospetto del teatro dei sogni. Entrare all’Old Trafford è un’emozione incredibile, non servono lunghe scale né ascensori, dopo pochi gradini, all’improvviso, ti ritrovi avvolto nella marea rossa, catapultato dentro 111 anni di storia. Fuori tutti gli smartphone, gli atalantini immortalano tutto: dall’ingresso in campo delle squadre fino al tabellino che dice 0-2.
     
    I 6' THRILLER- E poi c’è l’ultima mezzora, amarissima, ma è in 6’ che lo spicchio ospite si spegne sotto il bombardamento di grida dei padroni di casa che fa tremare lo stadio. Tra il 75’ e l’81’ gli atalantini si vedono raggiunti prima e sorpassati poi, rivivendo l’incubo di Dortmund e di Lisbona. E il gol peggiore, quello dello schiaffo finale, arriva proprio da CR7, l’ex Juve che qualunque maglia indossi - non vuole darla a Gosens -  si diverte a colpire la Dea. Ma Bergamo ha la tempra dura, e negli ultimi due anni si è rafforzata ancor di più: i bergamaschi sanno che, con Demiral, Gasp ha dovuto fare a meno di sei, sei!, titolari. Quindi è comunque una festa, inneggiano il tecnico, lui ricambia e i giocatori vengono sotto lo spicchio ad applaudirli. Tutti loro, per 75’, hanno reso possibile l’impossibile.
     

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