Qui Mariolino Corso:| Inventò la 'foglia morta'
Gli appassionati del fubal o se preferite del balon con i capelli bianchi se lo ricordano bene, il campo sportivo Tiberghien, dove giocava l'Audace di San Michele Extra. Uno stadio nato nel 1922 in cui le mura, l'erba, lo spogliatoio, l'aria che si respira ancora adesso trasudano di gloria. Eh sì. Quanti ricordi in quel rettangolo di gioco che ha visto tanti ragazzi talentuosi calpestare quell'erba spesso spelacchiata, per poi arrivare alla ribalta del calcio nazionale e internazionale. Uno stadio speciale le cui origini si intrecciano con la storia del Lanificio Tiberghien. Un'azienda che per quasi un secolo con il suo "cuco" ha scandito la vita del quartiere. I Tiberghien erano degli imprenditori arrivati dalla Francia ai primi del Novecento che, oltre a dar lavoro a duemila operai, erano sensibili alle esigenze dei dipendenti. Nel 1920 era il tempo che nel nostro paese si iniziava a giocare a calcio e proprio nello spazio adiacente alla fabbrica, i ragazzi iniziarono a dare i primi calci al pallone. Tanto era l'entusiasmo che in breve l'area fu bonificata e prese la forma di uno stadio. Poi i primi campionati e i primi successi sotto la guida del primo allenatore presidente, Aurelio Mastella. Ma gli anni del massimo splendore dell'Audace furono quelli poco prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1936 l'Audace vinse il campionato e andò in serie C dove vi rimase per dieci anni e il Tiberghien ospitò squadre blasonate come il Mantova, Spal, Vicenza, Udinese e tante altre tra cui l'Hellas Verona. A quel tempo l'Audace regalava dei veri e propri campioni al calcio nazionale come Fattori, Giovannini, Milani, Olivieri. Splendidi anche gli anni in cui il Tiberghien si riempiva di appassionati del bel calcio quando alla fine degli anni Cinquanta sotto la presidenza di Bruno Rosegato, Mariolino Corso s'inventava la "foglia morta" per poi con Guglielmoni e Da Pozzo passare all'Inter di Angelo Moratti. Infine gli anni Sessanta con l'Audace del presidente Mondadori in serie D allenata da Eros Beraldo. Un periodo importante per il vivaio rossonero da dove nascevano dei veri e propri talenti fino ad arrivare all'Audace del 1976 di Alberto Malesani in campo e Dario Baruffi in panchina. Una promozione in serie C storica che obbligò la società a trasferirsi per due stagioni al Bentegodi. Quanti ricordi quella mitica tribuna con sotto gli spogliatoi con le finestrelle fatte ad oblò e la sede tappezzata di tanti gagliardetti che testimoniano un passato straordinariamente glorioso.