Questo Milan non merita Donnarumma
Il suo grande e indiscutibile amore per la maglia rossonera però purtroppo, non impedirà a Donnarumma di fare la carriera da professionista che si merita. Le qualitá tecniche, fisiche e umane di Donnarumma, predestinato del calcio, gli aprono le porte per vivere una carriera da numero 1 ai massimi vertici del calcio mondiale, con la possibilità di ottenere successi e ingaggi di conseguenza.
Guardando in faccia la realtà, purtroppo, dobbiamo riconoscere che il Milan non fa più parte di quella ristretta cerchia di club di vertice a livello internazionale ormai da almeno 7 anni e non si sa quando tornerà a farne parte. Al momento non ci sono nemmeno i prodromi. Questo lo sa Donnarumma, lo sa la sua famiglia e lo sa bene il suo procuratore. Ciò significa che si sta avvicinando il momento in cui Donnarumma dovrà separarsi dal suo amato Milan. Esattamente come, in tempi diversi e con ben altre possibilità economiche, fecero Kaká e Thiago Silva. Anche loro se ne andarono con le lacrime agli occhi, ma dovettero accettare perché c’erano club disposti a pagarli molto di più. Questo non cambiò il loro amore per il Milan e nessuno pensa a loro come a dei “traditori”. La stessa cosa dovrà accadere per Donnarumma.
In questo mercato più che mai non ci sono e non ci possono essere certezze. Ma, anche in questo delicatissimo momento del calcio mondiale, come si può pensare che un portiere di 21 anni che ha le carte in regola per diventare il numero 1 del mondo possa rinnovare un contratto al ribasso? Il contratto di Donnarumma scade tra un anno ed è dunque impensabile che non arrivi a breve il rinnovo.
Se dovesse partire a zero, quello sì, sarebbe una sorta di “tradimento” nei confronti del suo amato Milan. Ma questo non accadrà. Non lo vogliono nè Donnarumma e nemmeno il suo tanto criticato procuratore che, da quanto ci risulta, aveva già trovato con Boban una bozza di accordo per il rinnovo del suo assistito. Attenzione, non un rinnovo per fare altri 4/5 anni nel Milan, ma un rinnovo che consentisse al club rossonero di valorizzare al meglio la sua cessione e di non perdere il suo fuoriclasse a parametro zero. Se dunque nelle prossime settimane dovesse arrivare l’annuncio ufficiale di un rinnovo di contratto, e con ogni probabilità arriverá, sarebbe un rinnovo-ponte che prefigurerebbe la cessione di Gigio.
Esattamente come fu per Thiago Silva che firmò un prolungamento di contratto col Milan un mese prima di essere ceduto al PSG. E’ dunque inutile farsi false illusioni sulla permanenza di Gigio anche nella prossima stagione, un anno in cui Gazidis sarà oltretutto impegnato a stabilire il famoso salary cap degli ingaggi e a tentare disperatamente di contenere il passivo di bilancio. In quest’ottica la plusvalenza generata dalla cessione di Donnarumma sarebbe un tonico ineguagliabile.
Ribabendo dunque che è difficile avere certezze nel mercato della prossima estate possiamo affermare che con ogni probabilità Donnarumma si appresta a rinnovare il proprio contratto con il Milan per poi essere ceduto al termine di questa stagione. Chi lo sostituirà? Sostituire Kaká e Thiago Silva è stato impossibile e sarà impossibile anche sostituire Donnarumma. Per trovare chi ne prenderá il posto tra i pali invece è già al lavoro il team di scouting di via Aldo Rossi. Non a caso negli ultimi giorni sono usciti i nomi di Onana dell’Ajax e di Maximiano dello Sporting. Tutto fa pensare che la scelta possa ricadere su un portiere straniero, in pieno ossequio alla nuova politica esterofila del Milan.
Nessuno dei due pare un fenomeno: il primo almeno è titolare in Eredivisie, il portoghese invece quest’anno ha giocato metá delle partite in Portogallo. Tra le idee emerse negli ultimi giorni, la migliore mi sembra quella di Gollini che conosce molto meglio dinamiche e pressioni del calcio italiano. Ma purtroppo l’estremo difensore atalantino si è già espresso sul tema dicendo di no al Milan, perché preferisce restare a Bergamo. Anche questo dovrebbe dirla lunga sulla considerazione di cui gode il Milan tra i calciatori in attività e gli addetti ai lavori. Ma questa, purtroppo, non è più una novità.