AFP/Getty Images
Milanmania: squadra infinita! Gattuso, non è il momento di rinnovare
Fra le sfide decisive inserisco anche il Sassuolo, che ha è stato spesso doloroso e fastidioso per gli allenatori che hanno preceduto il magico Gattuso, alla pari di un vetro in gola o della sabbia nel costume. E’ indubbio però che Juventus, Inter e Napoli sono le partite che diranno la verità sulle ambizioni rossonere. Non mi arrovello con conti, numeri, cifre e tabelle, ma mi auguro che il Milan possa riuscire a conquistare almeno quota 73/ 74 punti che, nel passato, hanno sempre permesso di arrivare in Champions League.
La partita di ieri ha confermato che i giocatori stanno bene di testa e benissimo di gambe. L’allenatore milanista parla di stanchezza, in qualche elemento, ma anche il match contro il Chievo ha dimostrato che il lavoro, sul piano fisico, è stato straordinario, vista la corsa rotonda e continua dei giocatori impegnati a Londra e, domenica, a San Siro. Ora, purtroppo o per fortuna, il gruppo ha la possibilità di lavorare tutta la settimana, un motivo in più per sperare in una impresa che potrebbe essere considerata alla stregua di uno dei risultati sportivi più significativi, importanti, incredibili, bellissimi e indimenticabili nella storia del Milan.
Un inseguimento, un testa a testa, che ci ricorda lo scudetto del Centenario, quello della volata mozzafiato con la Lazio. Tocca al Club ora incontrare Gattuso per il proseguimento del contratto, perché il tecnico sta confermando il suo valore sul piano morale, tecnico e tattico. Mi permetto però un piccolo suggerimento. Vorrei che la l’accordo possa essere sottoscritto questa settimana o più avanti, ma non la prossima alla vigilia delle partite contro Juventus e Inter, che richiedono la massima concentrazione, senza alcuna distrazione mediatica.
Tornando al match di San Siro, intelligente e saggia la mossa di cambiare l’assetto della difesa e della squadra, schierata, nel finale, con un più offensivo 3-4-3. Il pareggio non sarebbe servito a nulla, anzi avrebbe minato la fiducia del gruppo, che, come ripete spesso Rino, non può sbagliare mai. Troppa severità nei confronti di Kalinic? Qualcuno magari avrebbe evitato il pubblico ludibrio, lasciandolo in panchina come punizione, senza metterlo però in campo nelle prossime due o tre partite. L’allenatore rossonero, invece, non ha avuto dubbi, appoggiato dai dirigenti . “Chi non lavora, non fa …il titolare!".E’ la canzone preferita di Gattuso, che ha vinto il Festival di Milanello!