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    Questa Sampdoria segna come quella del 1996, Mantovani: 'Qualche somiglianza c'è'

    Questa Sampdoria segna come quella del 1996, Mantovani: 'Qualche somiglianza c'è'

    • Lorenzo Montaldo
    Era un altro calcio, un'altra Sampdoria, un'altra Serie A. Ecco perchè l'accostamento di certi giocatori può anche sembrare blasfemo. Ma la statistica è interessante: era da oltre vent'anni che la Samp non segnava così tanto. I gol blucerchiati sono ben 46 in 26 giornate, una media strepitosa che ha reso l'attacco doriano il quarto della Serie A dopo quelli di Lazio, Juventus e Napoli. Neppure nell'anno della Champions la formazione genovese aveva tenuto questo passo, realizzando 'soltanto' 36 reti. L'ultima Samp così prolifica risale infatti alla stagione '96-'97.

    La formazione all'epoca era guidata da Eriksson, ed era ormai giunta alla fine del ciclo glorioso dei Mantovani. Il giochino è ovviamente goloso: accostare i marcatori di quel campionato a quelli attuali. E così ritroviamo Quagliarella a 17 gol affiancato da Montella (16), Mancini a 12 paragonato a Duvan Zapata fermo per il momento a 8. In quella squadra c'era anche Carparelli a 6, mentre Caprari è arrivato a 4. Torreira è facilmente paragonabile a Veron - l'uruguaiano ne ha segnati 4, l'argentino a questo punto dell'annata ne aveva segnati 3 - mentre tra Franceschetti e Linetty il polacco in vantaggio: 4 per Karol, 3 per Marco.

    Il presidente di quella squadra era Enrico Mantovani, figlio dell'indimenticabile Paolo. Il Secolo XIX, che ha proposto l'accostamento, lo ha contattato per sottoporre all'ex patron il parallelo: "Sicuramente qualche similitudine tra le due squadre c'è, innanzitutto per il posizionamento in classifica. Nel 1996 avevamo finito il girone di andata alla grande, secondi a 4 punti dalla Juventus" racconta Mantovani. "Quest'anno stiamo dimostrando una costanza sorprendente. E se dovessimo fare bene anche domenica a Bergamo...". Mantovani prova ad azzardare un accostamento tra i giocatori di allora e quelli di oggi: "Gli abbinamenti più concreti mi sembrano quelli tra Barreto e Laigle, tra Linetty e Karembeu e un pochino tra Bereszynksi e Balleri".

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