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    Questa Samp è morta dentro, addio Di Francesco

    Questa Samp è morta dentro, addio Di Francesco

    • Renzo Parodi
      Renzo Parodi
    Ciao ciao Sampdoria. Addio Di Francesco, la sesta sconfitta gli costerà la panchina. La società sceglierà tra Pioli e Ranieri il suo successore. Sempre che Vialli non subentri rapidamente e allora Dio sa che cosa avrà in testa l'ex bomber blucerchiato, punta di diamante del duo di tycoon Dinan e Knaster, che da quasi un anno si è messo sulle tracce del club blucerchiato. Il destino del tecnico abruzzese sembra comunque segnato. La squadra è "morta" dentro, non lo segue, rifiuta la sua lezione e dunque occorre una scossa. Forte. Come al solito, paga l'allenatore e in questo caso, oltre alle sue, anche per colpe evidenti della società che in estate ha fatto mercato poco e male. E si è incartata nell'interminabile tarantella della trattativa per la cessione del club.
    Anche a Verona - come già a Sassuolo, Napoli, Firenze e in casa contro Lazio e Inter - la navicella blucerchiata è affondata miseramente e senza attenuanti, bombardata dal gagliardo Hellas di Juric che si è finalmente preso la rivincita dei tre derby perduti quando allenava il Genoa. Sesta sconfitta su sette gare per la squadra genovese, ultimissima e sola in fondo alla classifica. Sedici gol subiti, appena quattro realizzati. Che altro c'è da spiegare? Al "Bentegodi" il verdetto è impeccabile e indiscutibile, l'Hellas ha giocato a calcio, la Sampdoria no. Il precoce gol di Kumbulla (9' del primo tempo) e il raddoppio nel finale di… Murru - grottesco autogol su punizione decentrata di Veloso - sigillano un match mai stato in discussione.

    Il primo tempo della Sampdoria è stato indecente. Di Francesco aveva testardamente riproposto la difesa a tre, spedendo in panchina gli esperti Colley e Murillo, e confermando il giovane pachidermico Chabot, al fianco di Bereszynski e Ferrari. Non l'avesse mai fatto. Il Verona ha affondato nel burro, infilzando l'avversario con manovre larghe e ficcanti che perforavano regolarmente i fianchi sguarniti della Sampdoria. In mezzo al campo, Amrabat e Veloso (il Genoa dovrebbe mordersi le mani per aver perso il portoghese…) menavano la danza, imprendibili per i compassati Ekdal e Vieira e davanti solo Bonazzoli dava segnali di vita in un attacco in cui Quagliarella trascinava penosamente i suoi 36 anni. Ma non è tanto l'aspetto tattico, pure importante, a segnalare la deriva blucerchiata. Quanto il profilo caratteriale. I giocatori non hanno mostrano la minima capacità di reazione, vagavano smarriti per il campo, sbagliando persino le rimesse laterali effettuate con le mani, balbettando come se non avessero mai giocato insieme.

    Uno strazio che non ha precedenti tranne nell'anno, sventurato (2011), della discesa in Serie B con Cavasin in panchina e tocchino ferro i tifosi della Sampdoria. A proposito, i 1.500 che hanno seguito impavidamente la squadra a Verona, celebrando il gemellaggio con i tifosi dell'Hellas vecchio di quasi mezzo secolo, nonostante la pessima figura dei loro beniamini non hanno smesso di incitarli e di sventolare le bandiere. Una prova di amore difficilmente reperibile altrove. Ma è chiaro che la misura è colma. Se non arriva in fretta l'offerta del gruppo Vialli per rilevare il club, la Sampdoria è destinata ad affondare. La faccia di Massimo Ferrero, in tribuna, era tutta un programma… Non potrà più dire di no a Vialli e dovrà prepararsi a ricevere un'offerta più bassa di quella che sperava. Altro che cento milioni!

    Sei punti in classifica il Verona, due sole sconfitte, guerreggiate, contro Juve e Milan, appena 5 gol subiti (e quattro segnati), un'organizzazione di gioco molto solida e giocatori che si trovano ad occhi chiusi. La Sampdoria ultima e sola dopo la vittoria odierna della Spal sul Parma, va in campo con la soma psicologica dell’ultimo posto in classifica. E si rivela per quello che è: una squadra smarrita, senza nerbo né personalità, che Di Francesco si ostina a schierare con un 3-5-2 che non sa difendere, perché gli esterni di centrocampo Depaoli e Murru, nel primo tempo galleggiano in zona neutra e non danno mai una mano dietro con diagonali e raddoppi, e risultano impalpabili pure in attacco dove solo Bonazzoli dà qualche segno di vita, mentre l'antico Quagliarella si dibatte senza guizzi nelle grinfie del giovane ed aitante Kumbulla. Il ragazzo va pure a segnare il gol dell'1-0 con un imperioso stacco di testa nell'area piccola di Audero, sul pallone calciato dall'angolo da Veloso. L'azione è viziata da un'evidente posizione di fuorigioco di Stepinski, non rilevata dall'assistente Lombardo, che aveva portato appunto al corner.

    Il Verona legittima il vantaggio giocando un vigoroso e attento primo tempo, nel quale la Sampdoria annegherà senza lottare come le era capitato contro un avversario ben più attrezzato, l'Inter di Conte. Un naufragio annunciato che peraltro Di Francesco non ha fatto nulla per evitare scegliendo una linea difensiva composta da Bereszynski, Ferrari e Chabot che non si può definire altrimenti che disastrosa. Il polacco, tolto dalla fascia destra di competenza, ha sbagliato tre facili palloni nei primi tre minuti ed è andato in barca; il centrale, al rientro dopo infortunio, ha remato a vuoto, procurandosi un giallo che poteva anche essere di diverso colore per un fallaccio su Stepinski; il franco-tedesco, 21 anni, alla seconda presenza intera in A, ha patito le pene dell'inferno contro il guizzante Salcedo, uno dei sette ex genoani (Juric compreso) che innervano il Verona.

    La cronaca è impietosa e fotografa perfettamente l'andamento a senso unico del primo tempo. Il Verona lo ha condotto da padrone, sciorinando un calcio fluido e coraggioso, ma anche prudente, nei tre difensori - Rrahmani, Kumbulla e Guenther - e assai prolifico in termini di palloni giocati grazie al centrocampo bene assortito da Veloso, Amrabat e Faraoni; con Salcedo, giovanissimo talento ex genoano, brillante e insidioso sulla fascia destra e Stepisnski a fare a sportellate con la difesa doriana. Un impervio intervento di Audero su destro schioccante di Stepinski in pieno recupero ha impedito al Verona di chiudere la frazione sul doppio vantaggio. Come sarebbe stato logico e giusto.

    Nella ripresa, Di Francesco ha ritoccato l'assetto tattico della sua squadra. Dietro è passato a quattro, riportando Bereszynski nella sua posizione naturale di esterno destro e arretrando Murru a sinistra. A centrocampo ha piazzato Depaoli e Jankto sugli out con Vieira e Ekdal centrali, lasciando Quagliarella e Bonazzoli di punta: 4-4-2 insomma e qualcosina si è visto. Niente di eccezionale perché qua e là la Sampdoria ricadeva nei vecchi vizi, ma insomma dava l'impressione di poter rientrare in partita. La girandola dei cambi ha escluso Jankto e Bonazzoli (il ragazzo era stato tra i meno peggio dei suoi) per Rigoni e Caprari, Lazovic ha lasciato a Vitale e Salcedo a Verre. Un improvviso destro di Caprari ha costretto Silvestri ad allungarsi rifugiandosi in corner ma erano fuochi fatui, il Verona ha conservato senza fatica il controllo del match e la Sampdoria ha continuato ad arrancare.

    Un colpo di testa di Quagliarella alla mezz'ora, rintuzzato dal portiere, aveva segnalato la presenza in campo del capitano che più di Bonazzoli avrebbe meritato di subire la sostituzione. Persa per persa Di Francesco nel finale ha richiamato Bereszynski mandando in campo Gabbiadini per un 4-2-4 velleitario, che ha fruttato soltanto un tiro alto di Caprari. Il Verona ha chiuso il match al 35', grazie al più classico degli autogol. Veloso ha battuto da destra un pallone teso ed arcuato sul quale Murru è intervenuto colpendo di testa e infilando la propria porta, 2-0 e tutti a casa. E non è un modo di dire.

    IL TABELLINO

    Hellas Verona-Sampdoria 2-0 (primo tempo 1-0)


    Marcatori: 9' p.t. Kumbulla, 35' s.t. autogol Murru

    Assist: 9' p.t. Veloso, 

    Hellas Verona (3-4-2-1): Silvestri; Rrahmani, Kumbulla, Gunter; Faraoni, Veloso, Amrabat, Lazovic (dal 11' s.t. Vitale); Salcedo (dal 25' s.t. Verre), Pessina (dal 42' s.t. Henderson); Stepinski. All. Juric.

    Sampdoria (3-5-2): Audero; Bereszynski (dal 32' s.t. Gabbiadini), Ferrari, Chabot; Depaoli, Vieira, Ekdal, Jankto (dal 11' s.t. Rigoni), Murru; Bonazzoli (dal 17' s.t. Caprari), Quagliarella. All. Di Francesco.

    Arbitro: Fabbri

    Ammoniti: 15' p.t. Ferrari (S), 24' p.t. Lazovic (HV), 33' p.t. Chabot (S), 41' p.t. Bonazzoli (S)

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