Questa Juve è un capolavoro: ora è la grande favorita della Champions
La Juve non è il Psg, lo diciamo da una settimana. Non lo è per qualità tecniche, per conoscenze tattiche e soprattutto per mentalità. Impossibile, o quasi, che prendesse tre gol senza segnarne uno; impensabile che andasse fuori dopo la straordinaria e nettissima vittoria di Torino. E’ normale e giusto che il Barcellona abbia lanciato proclami e abbia provato a crederci, ma la qualificazione non è mai stata in dubbio. Neppure per un istante. Solo un arbitro folle, in stile Real-Bayern, avrebbe potuto qualcosa; Kuipers invece è stato bravissimo, non si è lasciato condizionare né dal Camp Nou né dalle proteste dei catalani, ha avuto anche il merito di fischiare pochissimo. Così la remuntada del Barça non è mai cominciata.
Allegri ha preparato in modo perfetto la partita, non ha aspettato il Barcellona ma è andato a prenderlo alto, almeno finché la Juve ha avuto le energie. E il primo tempo dei bianconeri è stato un piccolo capolavoro: gli spagnoli hanno calciato nello specchio della porta una volta, con Messi, tiro fiacco, e lo stesso Leo ha sfiorato una volta la traversa (ma anche Higuain ha avuto un’occasione importante). Senza sbavature l’atteggiamento di ogni bianconero, in particolare della coppia centrale di difesa; tra gli avversari s’è visto soprattutto Neymar, ma ha giocato troppo da solo. Poi, quando le gambe sono venute meno, il Barcellona ha schiacciato la Juve nella sua metà campo, però le opportunità vere sono state poche e Buffon è stato impegnato sul serio solo una volta. Semmai, se avessero sfruttato meglio i contropiede, i campioni d'Italia avrebbero potuto anche vincere. Dettagli, in fondo.
Questa non è una vittoria, ma è un pareggio trionfale. Il grande successo di Allegri, ma anche di Agnelli. La sua Juve era già arrivata in finale di Champions due anni fa, però era stato un percorso estemporaneo, inatteso, da parte di una squadra che era andata oltre i propri limiti; stavolta, invece, si qualifica per la semifinale un gruppo costruito per arrivare in fondo proprio a questa manifestazione. Due anni fa l’impresa dei calciatori era stata più difficile, ai limiti dell'impossibile. Crediamo però che per la società sia più soddisfacente e appagante questo risultato, proprio perché è il frutto di una programmazione. Andrea, tra l’altro, ha un obiettivo davvero suggestivo: può diventare il primo Agnelli a vincere una Coppa dei Campioni da presidente.
Così come, alla vigilia dei quarti, abbiamo sostenuto che la Juve era una delle quattro candidate principali alla vittoria della Champions assieme a Bayern, Real e Barcellona, oggi - alla luce delle gare che abbiamo visto - non dobbiamo avere paura a sostenere che la squadra bianconera è diventata la grande favorita. Perché il Real è pieno di campioni, l’Atletico è un mostro di solidità e il Monaco è bello da morire, ma nessuna delle avversarie è completa come la Juve.
@steagresti