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    Questa Inter non è mai sazia, proprio come Conte: festeggia lo scudetto con i meritati applausi della Samp

    Questa Inter non è mai sazia, proprio come Conte: festeggia lo scudetto con i meritati applausi della Samp

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Festa scudetto con cinque gol (a uno) alla Sampdoria, perché l’Inter non fa sconti di fine stagione. E anche questo, indirettamente, è un modo per prendere le distanze dalla Juventus, che la stagione scorsa dopo essere diventata campione d’Italia, battendo proprio la Sampdoria, perse le ultime due partite contro il Cagliari e la Roma, consentendo all’Inter staccata di 7 punti di chiudere a meno uno. Questione di concentrazione, trasmessa da Conte che in panchina urla e si agita come se questa partita fosse una rivincita dopo l’ultima sconfitta, proprio contro la Sampdoria.

    Anche stavolta, come all’andata, mancava Lukaku, ma il suo sostituto Sanchez ha segnato una doppietta, in un pomeriggio in cui sono andati in gol anche Gagliardini, Pinamonti e Lautaro su rigore. E così alla fine dello spettacolo offerto da Hakimi e della nuova lezione di professionalità di Ranocchia, tornato capitano nella ripresa, l’unica nota negativa è l’assenza dei tifosi nerazzurri che avrebbero meritato di godersi un pomeriggio felice, per i meriti di un’Inter mai sazia come il suo allenatore, ma anche per i demeriti di una Sampdoria invisibile, da elogiare soltanto per gli applausi che Quagliarella e compagni hanno rivolto ai neo campioni d’Italia all’ingresso in campo.

    NON CHIAMATELE RISERVE - Con lo scudetto in tasca, Conte dà via libera a chi ha giocato meno e così sono soltanto cinque i titolari della volata tricolore: Handanovic in porta, Bastoni in difesa, Hakimi ed Eriksen nella linea dei cinque centrocampisti, più Lautaro in attacco. Via libera, quindi, a D’Ambrosio e Ranocchia dietro, Gagliardini, Vecino e Young in mezzo, con Sanchez davanti. Teoricamente sono riserve, ma guai a chiamarle così perché proprio le alternative nerazzurre diventano subito protagoniste. Vecino, finalmente recuperato a livello fisico, strappa un pallone ad Augello e smarca Lautaro che lo gira subito a Young, il cui cross da sinistra trova libero Gagliardini, bravissimo a far partire il tiro angolatissimo dell’1-0. Sono passati appena 4’ e l’azione in velocità porta la firma di tre dei quattro giocatori impiegati di meno, a dimostrazione della compattezza del gruppo.

    TUTTO FACILE - Si capisce che non c’è la tensione delle gare in cui i tre punti sono determinanti. La Sampdoria, già salva, lascia l’iniziativa all’Inter, soffrendo in mezzo al campo dove soltanto Candreva gioca con la grinta dell’ex. E così lo scatenato Hakimi, per il quale non esiste la parola “fatica”, vola indisturbato sulla destra cercando il gol del raddoppio, negatogli da una deviazione di Audero, l’unico da salvare tra i blucerchiati. Il 2-0, comunque, è soltanto rimandato perché per l’Inter è tutto facile, grazie agli spazi che le concede la Samp nel vano tentativo di ripartire. Gagliardini, ancora lui, avvia il contropiede, smarcando Sanchez sulla destra che controlla e calcia a botta sicura, prima della mezz’ora.

    BOTTA E RISPOSTA - Sul 2-0 per i neocampioni d’Italia nessuno immagina un risveglio della brutta addormentata di Ranieri e invece, con la complicità di Handanovic che non blocca un diagonale di Candreva, respingendo in qualche modo il pallone quasi interamente al di là della riga bianca, Keita arriva in corsa e calcia in rete. Dal 2-1 a 3-1, però, passa soltanto un minuto, perché Hakimi torna protagonista e smarca Sanchez, bravissimo a calciare al volo dove Audero non riesce ad arrivare.

    RIVOLUZIONE RANIERI - Giustamente deluso per il pessimo primo tempo dei suoi, con l’unica nota lieta del gol di Keita, Ranieri sostituisce addirittura quattro uomini dopo l’intervallo: Tonelli, Jankto, Thorsby e Ramirez, rilevati rispettivamente da Yoshida, Ekdal, Damsgaard e Verre. Soltanto uno, invece, il cambio di Conte, ma doppiamente significativo. Radu, infatti, entra al posto di Handanovic, un po’ perché il capitano ha pasticciato in occasione del gol subìto e un po’ perché così il secondo portiere, mai impiegato fin qui, può giocare finalmente qualche minuto nel campionato dello scudetto.

    GIOIA PINAMONTI - Anche Pinamonti poi trova spazio al posto di Sanchez, mentre Brozovic e Barella rilevano Eriksen e Gagliardini. E proprio Pinamonti firma subito il suo primo gol in campionato, sfruttando nel modo migliore al centro dell’area un perfetto cross dell’ultimo arrivato Barella. E’ la conferma che la massiccia trasfusione di sangue blucerchiato operata da Ranieri dopo l’intervallo non è servita a nulla, perché in campo c’è soltanto l’Inter, per nulla appagata dal 4-1. E infatti, quando mancano ancora 20’ alla fine, Lautaro può firmare il 5-1 su rigore concesso dopo il suggerimento del var. Il modo migliore per festeggiare lo scudetto, con i meritati applausi iniziali della Sampdoria.


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    IL TABELLINO

    Reti: 4' Gagliardini (I), 26' Sanchez (I), 35' Keita Balde (S), 36' Sanchez (I), 62' Pinamonti (I), 70' rig. Lautaro (I)

    Inter (3-5-2): Handanovic (46' Radu); D'Ambrosio, Ranocchia, Bastoni; Hakimi, Vecino, Eriksen (55' Brozovic), Gagliardini (61' Barella), Young; Sanchez (55' Pinamonti), Lautaro (73' Sensi). All. Conte

    Sampdoria (4-4-1-1): Audero; Bereszynski, Tonelli (46' Yoshida), Colley, Augello; Candreva, Adrien Silva, Thorsby (46' Ekdal), Jankto (46' Damsgaard); Gaston Ramirez (46' Verre); Keita Balde (73' Quagliarella). All. Ranieri

    Ammoniti: Tonelli (S), Adrien Siva (S).  

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