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  • Quell'Ufo si chiamava Franco Baresi: il mito rossonero riscoperto da un filosofo

    Quell'Ufo si chiamava Franco Baresi: il mito rossonero riscoperto da un filosofo

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    È un mito adesso, certamente. Perché da anni ha smesso di giocare a calcio e ciò ha contribuito a consegnare la sua figura a una dimensione ultra-umana. Ma lo era già quando giocava a calcio e si misurava con altri umani come lui. Questo è stato Franco Baresi, il fuoriclasse rossonero che ha attraversato epoche diverse della storia milanista e del calcio italiano. C'era quando il Milan vinceva lo scudetto della stella e poi quando sprofondava nel fango del calcioscommesse e nell'umiliazione delle due retrocessioni. C'era quando l'arrivo di Silvio Berlusconi ha estratto il club dalla fossa dell'anonimato e l'ha proiettato verso la dimensione di società e squadra fra le più vincenti del calcio mondiale. Ma Franco Baresi c'era anche in occasione del mondiale vinto dalla nazionale azzurra in Spagna nel 1982 così come era presente nella finale di Usa 1994 persa ai rigori contro il Brasile. Cambiava il calcio, cambiava il paese che passava dagli anni di piombo al declino di metà anni Novanta passando attraverso il boom economico degli Ottanta. Franco Baresi ha attraversato tutto questo e, davvero, pochi altri calciatori italiani possono dire di essere stati al centro di tanta Storia, oltre a esserlo stati essi stessi.

    Ma intorno al calciatore-mito ci sono i tifosi. Le persone come siamo tutti noi, con una vita quotidiana in cui il calcio è un sogno cominciato da bambini e mai esaurito perché ci mantiene bambini anche da adulti. E quel sogno da bambino che prende forma umana in Franco Baresi è vissuto dall'autore di un bel libro da poco pubblicato. Il libro porta il titolo Da bambino ho visto un UFO. Franco Baresi, Milano e io (Edizioni Clichy) e l'autore è Stefano Simonetta. Che nella vita insegna Filosofia presso l'Università Statale di Milano e nelle carceri milanesi, ma nell'intimo rimane il tifoso rossonero che vuole concedersi il diritto all'irragionevolezza, pronto a perdere il lume dell'obiettività quando c'è di mezzo la squadra del cuore. E per il cuore rossonero di Stefano Simonetta la figura di Franco Baresi è la sublimazione della passione tifosa. Lo ha visto “piscinin” in campo, quando egli stesso era un ragazzino e affrontava le prime esperienze da stadio a San Siro. Poi è cresciuto vedendo il suo idolo trionfare su tutti i campi d'Italia e d'Europa assieme a un Milan che raggiungeva glorie inimmaginabili a un dato momento della sua storia.

    Ma nelle pagine scritte da Simonetta c'è molto altro. Vi si descrive infatti il mutamento sociale del calcio e, intorno a esso, quello del Paese. Il racconto di come sono cambiati il tifo, le curve, la politica, la figura degli idoli. Soprattutto di come è cambiata Milano. E fra i temi più importanti c'è il forte conflitto interiore che il milanista di sinistra prova nel vedere la sua squadra diventare un simbolo del berlusconismo politico, il doversi scontrare con la consapevolezza che i successi sportivi per i quali si gioisce finiscono con generare un clima emotivo e di opinione che va in direzione politica opposta a quella auspicata. Dunque, un libro che parla di calcio per dire molte altre cose. Meritevole di essere letto.

     

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