Calciomercato.com

  • Quando una vittoria costa la vita: 78 anni fa la 'partita della morte'

    Quando una vittoria costa la vita: 78 anni fa la 'partita della morte'

    • Luca Dell'Omarino
    Gli anni del secondo conflitto mondiale sono stati capaci di raccontare storie sportive uniche nel loro genere. Un periodo che ci ricorda quanto le sofferenze dovute alla guerra possano colpire indifferentemente persone comuni e campioni. Tra gli avvenimenti più famosi, e allo stesso tempo tragici, legati in questo caso al mondo del calcio, ci sono certamente quelli occorsi il 9 agosto del 1942 in Ucraina.

    Tutto nasce nella Kiev occupata dai nazisti, dall’intuizione del proprietario di una fabbrica di pane, Iosif Kordik. Questo, da grandissimo tifoso della Dinamo Kiev qual era, incrociando il portiere della sua squadra Nikolaj Trusevic e vedendo quanto fosse emaciato, non poté astenersi dall’offrirgli un lavoro. In breve tempo, molti altri calciatori ucraini, sia della Dinamo che della Lokomotyv vennero assunti da Kordik, così da potersi guadagnare da vivere in quel difficile periodo.


    In quel periodo l’avversione del popolo ucraino verso i tedeschi era ancora grande. Nel tentativo di placarne l’ardore, i nazisti si affidarono a ogni tipo di propaganda, tra cui anche quella sportiva. Venne quindi istituito un torneo al quale parteciparono sei squadre. In mezzo a compagini composte da ufficiali tedeschi e soldati collaborazionisti, gli unici calciatori professionisti erano proprio gli operai di Kordik, che presero parte alla manifestazione sotto il nome di “Start.”

    Senza particolari problemi, lo Start sconfisse tutte le avversarie, battendo in finale la squadra della Luftwaffe, l’aviazione tedesca. I nazisti, però, non potevano accettare l’idea di essere battuti. Radunarono tutti gli ufficiali più bravi a giocare a calcio e sfidarono gli ucraini a un’ulteriore resa dei conti.
    Sotto il sole cocente dell’estate di Kiev, andò in scena la partita. Prima del fischio d’inizio, l’arbitro, che non a caso era un uomo delle S.S., invitò i calciatori dello Start ad unirsi al consueto saluto nazista, ma questi non lo assecondarono. All’intervallo, tra giocate degli ucraini e ogni tipo di scorrettezza dei tedeschi, il punteggio era in parità. Nello spogliatoio dello Start si presentò un ufficiale e avvertì i giocatori che se avessero per caso vinto, le conseguenze sarebbero state molto gravi per loro. Ma nonostante questo, il punteggio finale recitò 5:3 per gli ucraini.  

    La vendetta cominciò pochi giorni dopo. Gran parte dei giocatori dello Start vennero prelevati dal loro posto di lavoro, rinchiusi in campi di concentramento e in seguito fucilati. Quel 9 agosto, si consumò la “partita della morte”, dove i prigionieri vollero prendersi una rivincita sui loro carcerieri, anche a costo della vita. 

    Altre Notizie