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Quagliarella: 'Con l'Inter non possiamo fare figure di m… Rinnovo? Pensavo solo alla salvezza, mi ha tolto il sonno'
LA STAGIONE - "I numeri non mentono, ma è pur vero che non ho giocato con continuità, e le possibilità di segnare diminuiscono. Sono sempre stato tranquillo, non posso pretendere di giocare 38 partite, ma mi sono anche accontentato di giocare 4 minuti a Verona, o 2 nel derby più il recupero. A un certo punto eravamo in una condizione tale per cui c’era solo da pensare a guidare la barca della Samp in porto. Abbiamo avuto tanti infortunati – due su tutti: Damsgaard, ma soprattutto Gabbiadini – e a gennaio, a parte Rincon, i nuovi si sono bloccati. E poi il discorso societario…".
LA LUNGA CARRIERA - "Un percorso che parte da lontano. Non puoi dire, a un certo punto: “Nei prossimi due anni sto attento qui e là”. Servono dedizione e professionalità. Con un impegno sempre maggiore, se molli poi in campo i giovani ti volano sopra. Quest’anno ho lavorato nella parte superiore del tronco, ho messo su due-tre chili di muscolatura per tenere botta in campo. Il segreto è allenarsi sempre al massimo, come se dovessi giocare alla domenica".
LA LEADERSHIP - "Bisognerebbe chiederlo ai compagni. Io preferisco dare l’esempio in campo, con le parole sono bravi tutti. In allenamento a volte m’arrabbio. Ma se non provi un colpo lì, come potrai farlo alla domenica? Esempio banale: senza lavorare sul sinistro, come avrei potuto fare quell’apertura per Sabiri? A parte certi giocatori, una punta che ha solo un piede per calciare secondo me è un mezzo attaccante. Il calcio è fatto di attimi: se li perdi, ti mangiano".
IL RINNOVO - "Avevo già parlato con il presidente Lanna e con l’avvocato Romei, ma in quel momento c’era solo da pensare alla salvezza. Per mesi ho fatto fatica a dormire".