
Mondiali, le pagelle degli ‘italiani’: Szczesny nella storia, bocciato Lautaro

SZCZESNY (Polonia/Juventus) 8: il primo tempo si gioca a una porta il Wojciech contro tutti. La difesa polacca viene completamente oscurata dalle sue parate. Ma dopo l’ennesimo volo, smanaccia la testa di Messi al posto del pallone e per Danny Makkelie, richiamato al Var, è rigore. Wojciech si tuffa e alza la mano destra. Parato a Messi! Prima di Szczesny, solo Brad Friedel nel 2002 e Jan Tomaszewski nel 1974 erano riusciti a parare due dischetti ai Mondiali (esclusa la lotteria dei rigori). Ma quando ancora sta toccando il cielo con un guantone, l’Argentina passa in vantaggio a inizio ripresa e poi raddoppia. Portiere bianconero comunque senza colpe.

DI MARIA (Argentina/Juventus) 7: a tratti sembra anche più ispirato di Messi. Dà costanza agli attacchi sulla fascia destra, e quando tenta il gol direttamente da calcio d’angolo, Szczesny ci arriva a malapena e gli sorride da lontano. Infine attiva Molina, l’assist man, nell’azione del vantaggio. Esce per Paredes dopo l’ultimo tunnel.

LOZANO (Messico/Napoli) 6,5: mette subito in porta Vega con una grande giocata. Si ripete dalla destra, con un bel cross per Pineda al 27’. Insomma, vispo e pungente come piace a Spalletti. Gli è mancato solo il gol in questi Mondiali.

PAREDES (Argentina/Juventus) 6: si piazza in cabina di regia e partecipa all’azione del gol di Julian Alvarez. La Polonia non pressa e non fa falli per via dei cartellini, e lui gongola.
GLIK (Polonia/Benevento) 6: si vede che la sa lunga, solo che davanti a tutto il talento dell’Albiceleste l’esperienza non conta. Fatica anche lui ma è il meno peggio della difesa biancorossa. Sua d’altronde l’occasione migliore della Polonia: ancora sull’uno a zero, sfiora il pareggio di testa al 49’.


PIATEK (Polonia/Salernitana) s.v.: entra al posto di Krychowiak al minuto 82.

HRUSTIC (Australia/Verona) s.v.: prende il posto dell’autore del gol Leckie al minuto 88.

BERESZYNSKI (Polonia/Sampdoria) 5,5: esce frastornato al minuto 71. Di Maria era in serata. Il terzino blucerchiato prova a contenerlo ma alla fine il Fideo lo umilia con un tunnel di suola.

RABIOT (Francia/Juventus) 5,5: simbolo della Francia reale, quando al 62’ Deschamps lo chiama dalla panchina con Saliba e Mbappé per sistemare i conti, Adrien risponde oui, ma a un diesel non si possono chiedere certe cose. Una volta il pallone gli sfugge via sotto la suola, un’altra se la allunga, insomma è dura scrollarsi di dosso l’effetto pantofole e tisana del primo tempo. Occasione d’oro: gli piove addosso un cross perfetto di Dembélé. Dentro l’area, sul suo mancino. Niente da fare: si coordina per la prodezza al volo ma la schiaccia troppo, non centra neanche la porta.

MAEHLE (Danimarca/Atalanta) 5,5: prestazione positiva per il terzino del Gasp fino all’episodio che decide non solo Australia-Danimarca ma anche la lotta per il secondo posto nel Gruppo D, conteso a sorpresa persino dalla Tunisia. Al 60’ i danesi sono tutti in avanti e si beccano una ripartenza letale. Joakim si fa tutto il campo per stringere la diagonale disperata su Leckie, scattato in profondità al centro e servito da McGree. Riesce a raggiungerlo e ad affrontarlo da ultimo uomo, ma nel duello della vita abbocca a una finta di troppo e si fa passare il diagonale vincente tra le gambe.

ZIELINSKI (Polonia/Napoli) 5: è complicato per un giocatore con le sue caratteristiche rispettare lo stile di gioco di Michniewicz. Infatti lo subisce. Tanta tristezza vederlo difendere da centrocampista di destra per tutto l’arco della partita.

LAUTARO (Argentina/Inter) 5: entra al minuto 78 con lo stigma della bocciatura in volto. Servito involontariamente da un retropassaggio sciagurato di Kiwior, anziché tirare lancia fuori una ciabatta. Così sarà dura tornare titolare.

KIWIOR (Polonia/Spezia) 4,5: sul primo gol dell’Argentina guarda soltanto la palla e lo spazio da coprire sul primo palo. Non si avvede dell’arrivo di Mac Allister, pur non avendo nessuno da marcare. Più tardi si fa trovare impreparato su un attacco alla profondità di Julian Alvarez, poi regala palla a Lautaro, che per sua fortuna sbaglia clamorosamente. I tre errori più evidenti nella tempesta di calcio che lo travolge.