
Qatar, le pagelle degli ‘italiani’: McKennie in versione Pirlo, Dest atomico, De Roon troppo impreciso

MCKENNIE (USA/Juventus) 7: parte a testa bassa, bisonte fra i bisonti nelle praterie americane, poi capisce che basta alzare la testa per distinguersi, e sceglie il fosforo. Inizia a pennellare lanci in profondità, in versione Pirlo. Il primo è da dimenticare. Il secondo è perfetto per l’inserimento del velocissimo Dest, l’azione splendida dell’uno a zero di Pulisic. Illuminante, Weston, come poco più tardi quando mette in porta anche Weah con un tocco sofisticato d’interno (gol poi annullato per fuorigioco millimetrico). Non ancora al meglio, esce al minuto 65 per Acosta.
DEST (USA/Milan) 7: forse il migliore in campo di Iran-USA. Sì, una volta si dimentica alle spalle Taremi, ma in generale lo controlla indirettamente, proiettandosi in avanti con insistenza, fra serpentine e sovrapposizioni varie. Suo, fra l’altro, l’assist vincente per il gol vittoria di Pulisic: si inserisce dalle retrovie dettando il gran lancio a McKennie, quindi la ribatte in mezzo di testa, dove arriva l’attaccante del Chelsea a buttarla dentro.


DIA (Senegal/Salernitana) 6: “i giocatori che attaccano sempre la linea sono un incubo per i difensori centrali”. Stramaccioni dixit, riferendosi al movimento continuo del nove senegalese. Peccato per quel diagonale chiuso un po’ troppo nel primo tempo (in realtà un gol mangiato), e quel sibilo al palo nel finale. Si era girato in un lampo.

DUMFRIES (Olanda/Inter) 6: nel primo tempo il gioco degli Orange si concentra soprattutto sul centrosinistra, e lui resta pronto sul lato debole ma viene fondamentalmente trascurato dagli scambi nello stretto che si consumano dall’altra parte. Un po’ più coinvolto nella ripresa, non solo perché partecipa all’azione corale del raddoppio, ma in quanto viene cercato con maggiore simmetria, specialmente dopo i cambi in attacco. In fase difensiva ogni tanto si addormenta (comprensibilissimo) e si fa sorprendere da un taglio. Robetta, comunque.

KOOPMEINERS (Olanda/Atalanta) 6: rileva il compagno atalantino entrando al minuto 82, e con i 6 di recupero sfiora il quarto d’ora. Una sgambatina formale intervallata da passaggi ovvi ma corretti.

AMPADU (Galles/Spezia) 5,5: inizia a centrocampo, nel 4-2-3-1 disegnato da Page, al fianco di Allen. Coppia che deve tenere a bada le mezzali inglesi, da una parte Bellingham, dall’altra Henderson (la sua). Si rassegna a una partita totalmente difensiva, un po’ per la superiorità degli avversari e del capitano del Liverpool, un po’ per caratteristiche. Dopo l’errore di Davies che determina il raddoppio inglese e la conseguente sostituzione del difensore del Tottenham per Morrell, passa a fare il terzino destro, dove finisce la gara sempre più in ombra.

DE ROON (Olanda/Atalanta) 5,5: certi passaggi orizzontali impresentabili, intercettati dai giocatori qatarioti, fanno inorridire il compagno di squadra Aké, discepolo di Guardiola. La fortuna di Marten sta nella pochezza degli avversari, che non sono in grado di trasformare le transizioni in occasioni vere e proprie. Van Gaal osserva: aveva chiesto un gioco più fluido, con meno errori tecnici... Ma l’uomo del Gasp, lo sappiamo, è utile soprattutto per la legna che accumula davanti ai tre centrali. Con lui in mezzo, De Jong e Klaassen possono stare altissimi e combinare nello stretto con i due attaccanti. Olandese atipico.