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    Qatar 2022, i mondiali e l’accusa alla Fifa: diritti umani negati ai lavoratori migranti

    Qatar 2022, i mondiali e l’accusa alla Fifa: diritti umani negati ai lavoratori migranti

    • Rocco Malafoglia
      Rocco Malafoglia
    Il prossimo Dicembre il Qatar ospiterà il tanto atteso Campionato Mondiale di calcio al quale purtroppo l’Italia non parteciperà. Non è un segreto che per organizzare un evento di portata, appunto, “mondiale” si abbia bisogno di tante “braccia” in più che per una qualsiasi altra manifestazione. Il problema sorge nel momento in cui ad essere negati sono i diritti di migliaia di lavoratori migranti che nell’ultimo decennio hanno contribuito in maniera decisiva alla realizzazione di questo evento.

    In una lettera firmata da Amnesty International ed altre nove associazioni la FIFA è stata accusata di violazione dei diritti umani e più precisamente di non aver rispettato le condizioni per la protezione dei lavoratori in Qatar. Da un’inchiesta del quotidiano The Guardian emerge che dal 2010, anno di assegnazione dei Mondiali al Qatar, sono deceduti circa 6500 lavoratori.

    Una delle cause di questa drammatica situazione è rintracciabile nel “Kafala”, un sistema islamico molto complesso che porterebbe i migranti a divenire oggetto di moderna schiavitù, concedendo al datore di lavoro il potere di gestire i visti dei propri dipendenti. I lavoratori non sono così nella condizione di ribellarsi e denunciare le imprese private sfruttatrici. Amnesty International ha chiesto al presidente della FIFA la somma di 440 milioni di dollari come risarcimento per tutti gli operai sfruttati. La FIFA avrebbe dovuto sapere che, affidando a questo stato i Mondiali di calcio, i lavoratori avrebbero corso dei rischi. Nonostante ciò, la candidatura del Qatar all’organizzazione di questo evento è stata esaminata e accettata senza però porre le condizioni per la protezione dei lavoratori.

    Mentre tutto il mondo aspetta con ansia e gioisce per l’inizio di questa grande manifestazione, tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione si ritrovano privati dei loro diritti e della possibilità di tutelare le loro condizioni lavorative.

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