Juve: pugno duro con Arthur, Dybala e McKennie. Multa e niente derby
Nicola Balice
A un certo punto bisogna dire basta. E la Juve ha deciso di farlo oggi. Fino alla notizia del festino in villa McKennie con anche Arthur e Dybala, con tanto di intervento dei carabinieri verso mezzanotte che hanno quindi riscontrato violazione della zona rossa e delle misure anti-Covid (leggi qui), la linea era sostanzialmente quella del perdono: “Nella vita privata ognuno è libero di fare ciò che vuole ed è responsabile delle proprie azioni”, parola più parola meno questo è stato lo Juve pensiero di questi anni. È stato così in questa stagione quando un gruppetto di giocatori (tra cui Ronaldo) ha bucato la bolla per andare in Nazionale a inizio ottobre, è stato così quando sono emersi alcuni dettagli delle feste di Capodanno, è stato così quando sempre Ronaldo ha violato la zona arancione per festeggiare a Courmayeur il compleanno di Georgina, è stato così pure qualche giorno fa quando Arthur è andato a Dubai. Poi però a un certo punto bisogna dire basta. E questa volta la Juve non vuole e non può proprio perdonare McKennie, Arthur e Dybala. Proprio la Joya è quello che più di tutti avrebbe fatto infuriare il club, perché rinnovo o no rimane uno dei simboli del club, uno dei vice-capitani e numero dieci, da sei stagioni in bianconero. PUGNO DURO – Come minimo una multa, questo trapelava dall'ambiente juventino già in mattina al diffondersi della notizia. Poi ora dopo ora ha preso consistenza anche altro, una decisione ben più severa: i tre giocatori potrebbero essere sospesi dal club. Nonostante il periodo delicatissimo, con la Juve che si gioca tantissimo prima nel derby di sabato, poi nel recupero con il Napoli e via così. Nonostante l'emergenza che ritorna, perché dalla sosta internazionale si registrano già due positività al Covid, dopo Demiral anche Bonucci. Si ragiona concretamente sulla sospensione, al di là della forma in cui possa essere applicata e declinata: niente derby sicuramente, ma forse anche niente Napoli nel caso in cui si propenda per una sospensione di una settimana a partire da oggi o domani. Seguiranno aggiornamenti, ma la certezza è una: la pazienza ha un limite, quella di Andrea Agnelli e di tutta la dirigenza nei confronti di chi non capisce dove si trova, è finita.