Pugno di Ibra, testata di Radu, laser contro Muslera: il calcio più bullo del mondo fa pena
Domenica a San Siro c'era in tribuna Marco Van Basten, al quale troppo spesso in passato Zlatan Ibrahimovic è stato blasfemamente accostato (quando il secondo vincerà almeno la metà della metà dei titoli internazionali del primo e si comporterà con lo stesso fair-play, sarà degno di studiarne la carriera a memoria). La presenza del tre volte Pallone d'Oro non ha impedito allo svedese di sferrare un pugno a Marco Rossi, beccandosi il rosso diretto: giustamente il giudice sportivo ha applicato alla lettera il regolamento, senza fare sconti.
A Roma il portiere della Lazio, Muslera è stato accecato dal laser che il solito idiota ha azionato dagli spalti, proprio mentre Totti calciava la punizione dell'1-0. Sempre a Roma, Radu ha dato una testata a Simplicio ed è stato cacciato. Tre episodi di inciviltà sportiva, tre conferme che il nostro calcio è sempre il più bullo del mondo e anche per questo fa pena. In Italia e fuori, visto che non sono passati manco sette giorni dagli obbrobri romanisti in Ucraina con De Rossi che ora aspetta di sapere quante giornate gli rifilerà l'Uefa per la gomitata a Srna.
Non se ne può più di questi giocatori profumatamente pagati e delle loro cirsi di nervi, delle loro isterie, dei loro sputi, della loro maleducazione. Ci sono solo due modi per arginare il fenomeno: stangarli con le squalifiche e con le multe. Se questo è l'unico linguaggio che capiscono, basta che il giudice sportivo e i dirigenti di club lo parlino. Così come, per quanto riguarda gli imbecilli del laser, sarebbe ora di intervenire duramente. Magari con la stessa severità con la quale si sequestrano i tappi delle bottigliette di plastica ai bambini che, accompagnati dai propri genitori, hanno il coraggio di mettere piede in uno stadio del Belpaese. In Inghilterra le cronache riferiscono che chi ha provato ad armeggiare con il laser, non ha avuto il tempo di rifarlo. In Inghilterra, naturalmente.