Puglia, spazi a 'cielo aperto' per rilanciare impantistica sportiva, economia e territorio
Nelle ultime settimane sono stati presentati a Bari i capisaldi e le nuove strategie operative del “Documento di Programmazione per l’Impiantistica Sportiva” redatto, in questi ultimi mesi, dal gruppo di lavoro dell’ASSET (Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio), finalizzati alla diffusione della pratica sportiva di base e allo sviluppo del binmio “Turismo e Sport”, sfruttando gli “spazi a cielo aperto” presenti sull’intero territorio regionale.
“Da diversi anni la Regione Puglia è impegnata nella valorizzazione dell’attività sportiva, sia come strumento di socializzazione, integrazione e aggregazione, sia come fattore di promozione della tutela della salute e del benessere psicofisico dei suoi cittadini – ha sottolineato Raffaele Sannicandro, Direttore Generale ASSET (nella foto) -. Partendo da queste premesse, la Regione ha avviato un approfondito lavoro di analisi e ricerca, finalizzato alla redazione del “Documento di programmazione per l’impiantistica sportiva” e delle “Linee guida per la gestione degli impianti sportivi pubblici”.Presentiamo oggi lo stato attuale di un progetto innovativo, unico nel suo genere, ideato e coordinato da ASSET Puglia, con il supporto del Dipartimento della Salute, del Benessere Sociale e dello Sport per tutti, dell’Osservatorio del Sistema Sportivo Regionale e del CONI Puglia. Due le novità principali: l’idea di sviluppare e potenziare gli spazi a cielo aperto sull’intero territorio regionale per promuovere e incrementare la pratica sportiva, così come l’ufficializzazione dell’approvazione delle linee guida per la gestione degli impianti sportivi pubblici. Una modalità, anch’essa innovativa che ci porrà, su scala nazionale, tra le prime regioni in termini di innovazione. L’obiettivo primario – ha dichiarato Sannicandro – è la realizzazione ed il mantenimento di impianti sportivi pubblici, nonché l’incentivazione della fruizione collettiva degli stessi garantendone una gestione efficiente e soprattutto un’ampia accessibilità”.
Più in generale, secondo Nielsen Sports (in una recente indagine sulle attività sportive più praticate), sta crescendo nel Paese la domanda di sport quali il “camminare” (37%), il “nuoto” (32%), il “jogging” (27%), il “fitness” e la “ginnastica” (entrambe al 22%) e le “passeggiate in bicicletta” (21%). Nella top ten vi sono 5 sport (praticabili in spazi aperti), che non necessitano di strutture sportive o impianti specifici. Proprio i cosiddetti “active/wellness” sport, come il running e il ciclismo, sono quelli che hanno registrato la maggiore crescita (rispettivamente +3,2% e 1,7% negli ultimi 12 mesi) in Italia. Un elemento da prendere assolutamente in considerazione nelle prossime strategie di politica sportiva degli enti locali.
La Regione Puglia, per quanto attiene alle politiche sportive, già nei mesi scorsi, ha annunciato di essere pronta ad investire più di 17 milioni di euro per potenziare le azioni che favoriscono e promuovono la pratica motoria e sportiva ad ogni livello. L’ente locale si sta muovendo da subito all’interno della programmazione triennale per le attività motorie e sportive 2019-2021 approvate precedentemente dalla Giunta regionale.
Nel documento presentato a Bari anche una serie dati statistici di contesto utili per indirizzare future azioni pubbliche da parte di Regione Puglia. Nell’analisi della pratica sportiva “in modo continuativo”, per esempio, la Puglia si posiziona al 16° posto tra le regioni Italiane con una percentuale sulla popolazione pari al 20,3 per cento. Complessivamente la Puglia registra più di 207.743 tesserati (a fronte dei 4.401.083 presenti nel nostro Paese). Oltre a ciò il gruppo di lavoro ASSET ha monitorato 3750 impianti (di cui solo il 13.3% è in disuso) e 6.890 spazi fisici (con una pressione demografica pari a 92.6 per quanto attiene agli impianti e 170.2 nell’analisi collegata agli “spazi fisici sportivi”. Analizzate anche le cause principali di disuso degli impianti sportivi: stato di conservazione insufficiente, mancanza di agibilità, lavori di ristrutturazione in corso, alti costi di gestione e mancato adeguamento delle norme di sicurezza/igiene.