Parma, inchiesta 'Public Money': Ghirardi tra indagati
Nuova clamorosa inchiesta sul fronte politico-giudiziario, che piomba nel pieno della campagna elettorale. In queste ore sarebbero scattati gli arresti domiciliari per corruzione e peculato per l'ex sindaco di Parma, Vignali, il consigliere regionale del Pdl nonchè vicepresidente di Iren, Luigi Giuseppe Villani, l'ex presidente di Stt Andrea Costa e l'imprenditore Angelo Buzzi, editore di Polis Quotidiano e presidente del Cda di Iren.
I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza, e al momento i 4 arrestati si trovano nella caserma di via Toreli. L'operazione si chiama Public Money e ha visto anche il sequestro di beni per 3,5 milioni di euro: beni mobili ed immobili intestati e/o riconducibili agli arrestati. Diciassette le persone indagate, per una inchiesta che è stata denominata "Public money", in evidente continuità con Green money ed Easy money.
"Nel corso delle articolate indagini esperite mediante l’approfondito esame di documentazione bancaria, contabile ed extra contabile, nonché attività di natura tecnica- si legge in una nota della Guardia di Finanza - è stato appurato che gli indagati hanno tenuto costantemente, nel corso di più anni, una condotta fraudolenta finalizzata ad accumulare ingenti ricchezze da destinare ad usi strettamente privati, quali tra gli altri il finanziamento della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Parma del 2007; la fidelizzazione della popolazione parmense e non ad un particolare “movimento” politico anche al fine di una eventuale candidatura alle successive elezioni politiche nazionali;.al controllo della stampa locale".
Secondo alcune voci riportate dall'Ansa, si sarebbero appropriati di fondi pubblici del Comune, utilizzandoli per spese elettorali, per effettuare assunzioni pilotate nelle strutture pubbliche e anche distribuendoli a parenti e amici.
C' è anche Tommaso Ghirardi, fra gli indagati nell'ordinanza dell'inchiesta "Public money". Il presidente del Parma è accusato, insieme all'ex sindaco Vignali e all'ex ufficio stampa del Municipio Monguidi, di concorso in peculato. Secondo le prime indiscrezioni, soldi che il Parma calcio doveva al Comune sarebbero stati dirottati sul pagamento del nuovo responsabile dell'ufficio stampa in Municipio Monguidi.
La conferenza stampa alla Guardia di Finanza dopo i 4 clamorosi arresti di questa mattina:
Un gruppo di potere costruito con l'uso della cosa pubblica per interessi privati, anche utilizzando dipendenti pubblici compiacenti per creare provviste di denaro liquido; una società era diventata 'forziere" del movimento di Pietro Vignali, 'Parma civicà. È il quadro tracciato dal Procuratore della Repubblica di Parma, Gerardo Laguardia, sull'operazione della Gdf 'Public money' che ha portato a quattro arresti ai domiciliari, tra cui l’ex sindaco Pietro Vignali.Il procuratore ha parlato anche di manipolazione di appalti pubblici e di controlli sull' informazione locale. Accertate consulenze fittizie e assunzioni mirate a fare interessi privati. Vignali avrebbe fatto varie assunzioni per 'valorizzarè la propria persona di fronte alla città; Laguardia ha citato il comunicatore Klaus Davi, che non è indagato, il quale secondo le indagini avrebbe ricevuto somme dalle partecipate per procurare interviste e apparizioni. Il procuratore ha riferito anche di interferenze di Vignali e Villani per nomine in società e per autorità cittadine e di richieste, dirette o meno, di 'intercessionè ad alti esponenti del Pdl in occasione di indagini sul Comune. «Le interrogazioni parlamentari contro la Procura (dei mesi scorsi, ndr) sono state sollecitate ad arte», ha aggiunto Laguardia; varie iniziative in questo senso erano state firmate da Filippo Berselli (Pdl).
Ci sono stati tentativi di interferire con le indagini, ha detto ancora il procuratore di Parma. Vignali ha cercato di occultare i propri beni dopo lo scoppio della vicenda 'Green money', e secondo il Gip «Villani era l’unico punto di riferimento di Vignali». Le campagne elettorali dell’ex sindaco sarebbero state finanziate da Enia per almeno 600.000 euro attraverso la società Svs, che pagava fatture, e per l’elezione a sindaco sarebbero stati distribuiti 'santinì con spese a carico di Enia. Andrea Costa avrebbe usato soldi di Stt anche per consulenze sulla vinificazione della propria vigna.
La sintesi delle parole di Laguardia:
E' il seguito di Green Money: siamo partiti da lì.Vignali, Villani e Costa hanno costituito un vero gruppo di potere. La cosa pubblica è stata usata per interessi privati, anche utilizzando dipendenti pubblici. Vignali si è mosso per valorizzare la sua immagine di fronte alla città.
Un'altra grave accusa di Laguardia: si è cercato di interferire con le precedenti indagini. le interrogazioni parlamentari contro la procura sono state sollecitate ad arte, e si è cercata l'intercessione di personaggi come Gianni Letta, Alfano e Ghedini.
Per la campagna elettorale di Vignali, che aveva come unico punto di riferimento Villani, ci sono state spese finanziate da Enìa. Il ruolo di Buzzi: all'inizio Polis faceva opposizione alla giunta, poi ci fu un accordo per il controllo della linea editoriale.
Nell'indagine anche la procedura per il dehors di via Farini: rifatta la normativa, e Rosi indagato per corruzione.
La procura aveva richiesto le misure cautelari a luglio: la decisione il 14 gennaio.
I sequestri: per vignali 1.9 milioni di beni sequestrato, 98 mila per villani, 163 mila per buzzi, 1,3 milioni per costa.