PSG di nuovo nel mirino della Uefa: 80 milioni dai club del Qatar per aggirare il Fair Play Finanziario?
Abdou Diallo, Marco Verratti, Julian Draxler, Younes El Hannach e Ilyes Housni: 5 giocatori che il Paris Saint-Germain è riuscito a piazzare al termine dell'ultima finestra di mercato, con incassi che consentiranno alla società del presidente Nasser Al-Khelaifi di dare respiro alla situazione finanziaria, messa a dura prova anche e soprattutto dagli ingaggi faraonici garantiti fino a pochi mesi a giocatori del calibro di Messi e Neymar. Ma di rientrare soprattutto nei parametri imposti dalla Uefa in termini di Fair Play Finanziario, dopo che per anni il club francese non si è certo distinto per una gestione particolarmente oculata. Diallo, Verratti, Draxler, El Hannach e Housni: 5 partenze per un incasso complessivo di circa 80 milioni di euro e un aspetto in comune che lega tutte queste operazioni, la destinazione qatarioti.
QUALCOSA NON TORNA - Al-Saad, Al-Shamal, Al-Arabi e Al-Ahli, quattro formazioni che militano nel campionato dell'emirato e che hanno base nello stesso Paese da cui proviene la proprietà del Paris Saint-Germain (Qatar Sports Investments). Una coincidenza? La Uefa crede di no e infatti, secondo quanto raccolto da L'Equipe, a Nyon vogliono vederci chiaro. Aprendo un'indagine e verificando se esistano i presupposti per considerare queste operazioni come condizionate dai rapporti di vicinanza tra la famiglia reale del Qatar e i club coinvolti: un'inchiesta che potrebbe portare al congelamento dei soldi incassati dalle cessioni in esame e non farle rientrare nel conteggio per verificare che Al-Khelaifi e il PSG abbiano rispettato pedissequamente le regole del FFP. Già in passato la Uefa ebbe da ridire sui contratti di sponsorizzazione sottoscritti con alcuni marchi prossimi agli azionisti di riferimento della formazione parigina (Qatar National Bank, Ooredoo, beIN Sports, Qatar Tourism Authority, Aspetar) e ridimensionato il loro impatto sui conti.
SOTTO OSSERVAZIONE - Il Paris Saint-Germain è costantemente tenuto sotto osservazione dagli organi di controllo preposti e già nel settembre dello scorso anno era stato multato per 65 milioni di euro, con la condizionale, per effetto delle infrazioni commesse in tema di Financial Fair Play e del settlement agreement concordato con la Uefa per rientrare nei parametri. Una situazione in evoluzione e che da Parigi si affrettano a descrivere come sotto controllo e tutt'altro che grave, ma che certo non giova dal punto di vista politico alla figura di Al-Khelaifi, eletto come presidente dell'ECA dopo l'addio di Andrea Agnelli.
QUALCOSA NON TORNA - Al-Saad, Al-Shamal, Al-Arabi e Al-Ahli, quattro formazioni che militano nel campionato dell'emirato e che hanno base nello stesso Paese da cui proviene la proprietà del Paris Saint-Germain (Qatar Sports Investments). Una coincidenza? La Uefa crede di no e infatti, secondo quanto raccolto da L'Equipe, a Nyon vogliono vederci chiaro. Aprendo un'indagine e verificando se esistano i presupposti per considerare queste operazioni come condizionate dai rapporti di vicinanza tra la famiglia reale del Qatar e i club coinvolti: un'inchiesta che potrebbe portare al congelamento dei soldi incassati dalle cessioni in esame e non farle rientrare nel conteggio per verificare che Al-Khelaifi e il PSG abbiano rispettato pedissequamente le regole del FFP. Già in passato la Uefa ebbe da ridire sui contratti di sponsorizzazione sottoscritti con alcuni marchi prossimi agli azionisti di riferimento della formazione parigina (Qatar National Bank, Ooredoo, beIN Sports, Qatar Tourism Authority, Aspetar) e ridimensionato il loro impatto sui conti.
SOTTO OSSERVAZIONE - Il Paris Saint-Germain è costantemente tenuto sotto osservazione dagli organi di controllo preposti e già nel settembre dello scorso anno era stato multato per 65 milioni di euro, con la condizionale, per effetto delle infrazioni commesse in tema di Financial Fair Play e del settlement agreement concordato con la Uefa per rientrare nei parametri. Una situazione in evoluzione e che da Parigi si affrettano a descrivere come sotto controllo e tutt'altro che grave, ma che certo non giova dal punto di vista politico alla figura di Al-Khelaifi, eletto come presidente dell'ECA dopo l'addio di Andrea Agnelli.