Calciomercato.com

  • AFP via Getty Images
    Il PSG è campione di Francia, trionfo a 6 turni dalla fine. Luis Enrique e Dembélé scrivono la storia e puntano alla leggenda

    Il PSG è campione di Francia, trionfo a 6 turni dalla fine. Luis Enrique e Dembélé scrivono la storia e puntano alla leggenda

    “Les jeux sont faits, rien ne va plus”. Il Paris Saint-Germain vince il titolo della Ligue 1, il tredicesimo della sua storia, grazie alla vittoria per 1-0 in casa dell'Angers, firmata dal solito Doué. Si tratta del successo più “facile”, più telefonato tanto da arrivare addirittura a 6 turni dalla fine di un campionato a dir poco dominato. La squadra di Luis Enrique l’ha fatto suo dall’inizio alla fine e l’ha chiuso – per ora – senza sconfitte, un unicum nella storia del massimo campionato di calcio francese come si evince dal fatto che il trionfo sia arrivato già a inizio aprile.

    ECCO IL TITOLO - E sarebbe potuto arrivare addirittura il 29 marzo, a 7 partite dalla fine, se il Monaco non avesse battuto il Nizza e prolungato l'agonia fino alla 28esima. Gli Invincibili di Parigi infatti avevano schiantato i rivali del St.Etienne, dominati per 6 a 1 e poi si erano seduti sul divano a tifare per un pareggio tra Monaco e Nizza dopo che il Marsiglia aveva fatto harakiri perdendo contro un Reims a secco di vittorie da 15 turni. L'X però è sfuggita con i monegaschi che si sono imposti per 2 a 1 e quindi la vittoria del titolo è arrivata una settimana dopo nell'appuntamento con l'Angers. Una formalità: serviva un punto al Psg, detto, fatto. 

    NUMERI DA SBALLO - Tutto insomma portava alla consacrazione di una squadra che resterà nella storia della Ligue 1 e non solo per i risultati quanto per il gioco espresso, per la bellezza delle trame, per le caterve di goal che hanno portato Dembélé e compagni a divertirsi e divertire per tutto il campionato. Contro i verdi erano andati a segno Ramos, Kvaratskhelia, Doué (2 volte), Joao Neves e addirittura il giovane Mbaye. Le sei marcature hanno portato il computo totale a 80, una cifra enorme nelle 28 gare giocate. Per la media siamo a circa 2,8 goal a partita. Come detto, il Psg non ha mai perso: ha vinto 23 volte e pareggiato 5, arrivando, per ora, a 74 punti. Ha subito 26 goal per un rimarchevole +54 di differenza reti. I distacchi poi sono abissali: +24 sul Monaco, +25 sul Marsiglia e 26 sul Nizza.

    IL PERCORSO - La cavalcata dei parigini è partita in sordina. I primi mesi infatti la squadra ha sì dimostrato grandi potenzialità ma si è spesso arenata – soprattutto in Europa – tanto che la qualificazione ai playoff di Champions League è arrivata solo all’ultimo turno. Gara dopo gara, settimana dopo settimana però la creatura dell’ex Barcellona ha preso forma, modellata dal suo allenatore che l’ha resa una macchina da goal, quasi perfetta. Un lavoro certosino da sarto quello di Luis Enrique basato sul concetto di “Less is more”. Fa riflettere infatti che il Psg non sia mai stato forse così forte proprio nel primo anno in cui ha fatto a meno di Kylian Mbappé, la superstella che in estate aveva preso la strada di Madrid e del Real. Finiti i tempi del trio con Neymar e Messi, delle prime donne e dei tonfi europei. Questa è una squadra, è un collettivo di ragazzi giovani, affamati, che non si sentono arrivati e che si divertono a giocare insieme in un calcio che li esalta e permette loro di esprimersi al meglio.

    LIVERPOOL KO - Unire il bello all’utile, questo la missione compiuta dal Psg. In un’intervista a L’Equipe, Antonio Conte l’ha definita una “squadra impressionante”, aggiungendo che “Luis Enrique ha fatto un lavoro incredibile”. Ma gli elogi piovono da ogni dove, soprattutto per quanto fatto in Champions League. Qui, dopo il già citato inizio stentato, i parigini si sono presi lo scalpo più importante, quello del Liverpool, testa di serie numero uno della competizione. E lo hanno fatto in un doppio confronto spettacolare nel quale hanno ampiamente meritato il passaggio del turno contro i più quotati inglesi. E ora, archiviata la "scocciatura" Ligue 1, si punta a tornare in finale per centrare un successo europeo che sarebbe storico dopo una Coppa delle Coppe e un Intertoto.

    IL CLICK – Dopo l’inizio così così, il Psg ha innestato una, se non due, marce in più. A cavallo tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 la squadra ha fatto click e non si è più guardata indietro. Nelle ultime 5 gare ha segnato 20 goal, cui vanno sommati un 7 a 0 allo Stade Briochin in Coppa di Francia e un altro 7 a 0 al Brest in Champions League, cui aggiungere altre le tre reti dell'andata. Nelle ultime settimane hanno rifilato 4 goal al Monaco, 5 al Brest in campionato, 4 al Manchester City e altrettanti allo Stoccarda. A inizio marzo era stato calcolato che nelle dieci gare precedenti - dalla vittoria di Stoccarda del 29 gennaio al 4-1 sul Lille del primo marzo - il Psg aveva segnato 40 goal nelle ultime 10 partite  Dominanti. E ancora in corsa per tutto: dopo la Ligue 1, ora arriva la semifinale di Coppa di Francia e il quarto di Champions contro l’Aston Villa. E a fine stagione il Mondiale per Club.

    IL MERCATO – Come detto, è stata premiata una costruzione intelligente della squadra, spendendo sì tanto ma facendolo in modo oculato. A gennaio è arrivato Kvaratskhelia dal Napoli, in estate Neves (60 dal Benfica), Doué (50 dal Rennes), Pacho (40 dall'Eintracht Francoforte) mentre sono stati sbolognati, in prestito o a titolo definitivo, giocatori ai margini del progetto come Xavi Simons, Ekitiké, Moscardo, Bernat, Kolo Muani, Ugarte, Asensio, Skriniar, Mukiele e ovviamente Mbappé. Una gestione illuminata anche se non priva di disattenzioni come quella sulla quantità di giocatori in prestito che aveva frenato per un attimo il mercato di gennaio.

    I GIOCATORI – Meno stelle, sì, ma sempre tante sotto la Torre Eiffel. A cominciare dalla porta dove Donnarumma ha resistito a critiche e concorrenza con qualche basso e alti di grande livello come quello ad Anfield dove, a furia di rigori parati, ha eliminato il Liverpool. Sugli esterni due dei migliori interpreti del ruolo: a destra Hakimi (5 goal) e a sinistra Nuno Mendes (3). In mezzo, oltre a un Lucas Hernandez a mezzo servizio, la maestria del capitano Marquinhos e la stellina Pancho, colpo azzeccatissimo dall’Eintracht Francoforte. A centrocampo hanno brillato Neves e Vitinha, menti e motori della squadra, coadiuvati da Zaire-Emery e soprattutto da Ruiz. Davanti poi è stato show: Kvara ci ha messo la ciliegina sulla torta col suo ottimo impatto, Barcola (18 goal), Ramos (14) e Doué ci avevano già messo tutta la torta. E occhio proprio al più giovane di questi, classe 2005, il futuro sarà suo.

    LA STELLA – La vera stella però è stata ed è Ousmane Dembélé, finalmente. L’ex Barcellona è esploso a 27 anni e ha messo al servizio della squadra quello straordinario talento che si era sempre visto, a tratti. Nelle sue 38 gare stagionali ha segnato 30 volte e servito 6 assist. È deflagrato definitivamente nonostante i primi approcci con Luis Enrique, che lo aveva voluto, fossero stati pessimi. Lo stesso tecnico lo aveva lasciato a casa per motivi disciplinari per esempio per la sfida, persa, in casa dell’Arsenal. Lui ha incassato, si è messo sotto col lavoro e ha fornito una stagione da Pallone d’Oro, sfruttando il passaggio da esterno a centravanti puro. Nella seconda parte di stagione poi, dall'inizio del 2025 in avanti, è stato davvero immarcabile tanto da far chiedere al suo stesso allenatore cosa avesse mangiato a Natale. C’è tanto di suo nella stagione più bella del Psg, una stagione che da bella però potrebbe presto passare a leggendaria.
     

    Commenti

    (6)

    Scrivi il tuo commento

    enrynapoli
    enrynapoli

    In Francia dominerebbe anche il Milan...

    • 2
    • 0

    Altre Notizie